Serbia-Kosovo: 48 ore per trovare un accordo sulle targhe e stemperare la tensione

La guerra delle targhe
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Bruxelles, mediazione fallita: ancora nessun accordo sulla disputa delle targhe della minoranza serba in Kosovo

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La mediazione a Bruxelles è fallita ma iI Kosovo ha posticipato di 48 l'entrata in vigore della misura che prevede multe per gli automobilisti della minoranza serba che si rifiutano di cambiare la targa e sostituirla con una kosovara.

A Bruxelles nessuna distensione

La situazione resta dunque tesa.
L' Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha accusato il presidente serbo Aleksandar Vucic e il primo ministro kosovaro Albin Kurti di aver mostrato un "comportamento non costruttivo".

Dopo l'incontro, il premier kosovaro Kurti ha rimproverato a Borrell di essersi concentrato solo sulla questione delle targhe anziché sulla piena normalizzazione dei legami tra i vicini.

La convivenza difficile

La guerra delle targhe è uno dei segni della convivenza difficile tra Pristina e Belgrado, con le tensioni etniche, sociali, religiose che affondano le radici nella storia.
Il Kosovo ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia nel 2008 e da quel momento i rapporti tra i due Paesi sono sempre stati difficili.
L’indipendenza del Kosovo è stata riconosciuta sia dagli Stati Uniti che dall’Unione Europea, non da Serbia e Russia, alleata di Belgrado.

È stato chiesto ai serbi che risiedono in Kosovo, nella città di Mitrovica, se il fallimento del negoziato li preoccupi. Le reazioni sono state differenti.

"No, non c'è paura - dichiara un serbo kosovaro - Viviamo qui dalla nascita, siamo abituati a questa situazione. Sì, ci sono tensioni, ma non c'è paura".

"Non sono preoccupata perché il Kosovo è serbo e rimarrà parte della Serbia" dice un'altra residente nel nord del Paese.

Ci sono reali preoccupazioni che la questione irrisolta possa trasformarsi in un nuovo scontro. La missione guidata dalla Nato in Kosovo, nota come KFOR, "resta vigile".

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