Campionessa senza cittadinanza, "Bologna modello,partire da lì"

"Ius soli onorifico" a originaria Camerun che è anche infermiera
"Ius soli onorifico" a originaria Camerun che è anche infermiera
Di ANSA

(ANSA) – BOLOGNA, 29 GIU – “È un’emozione molto bella, mi dà
speranza. Il segnale che arriva dalla mia città, Bologna, è che
dalle realtà più piccole, dai comuni, si può partire e sperare;
si partirà dal basso e si arriverà in alto prima o poi”. Con
queste parole Pamela Malvina Noutcho Sawa, 30enne originaria del
Camerun, infermiera e campionessa di pugilato nella categoria 64
Kg commenta all’ANSA lo Ius Soli entrato, simbolicamente, nello
statuto del Comune di Bologna. Pamela vive in Italia da quando,
a otto anni, si è ricongiunta con il padre che si era trasferito
per studio e lavoro. Prima ha vissuto a Perugia dove ha frequentato la scuola
primaria, le medie e le superiori, poi a Bologna, dove si è
laureata alla triennale e alla magistrale in Scienze
Infermieristiche. Oggi lavora nel pronto soccorso dell’ospedale
Maggiore. Nel capoluogo emiliano ha anche incontrato la passione
per la boxe. Tuttavia Pamela è ancora in attesa della
cittadinanza italiana, richiesta due anni fa: “Sono fiduciosa di
ottenerla presto”, dice. Quella destinata agli studenti minorenni figli di migranti di
Bologna è una “cittadinanza onoraria” ma per Pamela non ha solo
un valore simbolico: “Significa essere riconosciuti come parte
di una comunità. Per un bambino Bologna è come se fosse la sua
nazione – sottolinea – significa dirgli: tu hai un posto dove
potrai sempre tornare e puoi considerarlo casa”. Adesso la
speranza per Noutcho Sawa è che il Parlamento riconosca almeno
lo Ius scholae: “Ormai sono grande, ma so cosa si prova. Un
bambino che nasce, cresce e studia qui, non ha bisogno di
aspettare 18 anni per dire e capire di essere italiano, lo è”.
(ANSA).

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