Israele celebra la ripresa della città dall'avvenuta occupazione della parte araba di Gerusalemme nel 1967. La polizia usa proiettili di gomma e gas lacrimogeni
Gerusalemme ha vissuto un'altra giornata di scontri. La violenza questa volta è emersa mentre i nazionalisti israeliani sfilavano nelle strade del centro storico abitate da palestinesi per celebrare l'anniversario della ripresa della città avvenuta nel 1967, quando durante la guerra dei sei giorni Israele inglobò la parte araba di Gerusalemme e il complesso della Moschea al-Aqsa, la più grande della città.. Al lancio di sedie e bottiglie da parte dei palestinesi, domenica mattina la polizia e i manifestanti israeliani hanno reagito con proiettili di gomma e spray al peperoncino.
Come ogni anno la "marcia delle bandiere" raccoglie centinaia di persone che cantano brani religiosi e canti nei luoghi più caratteristici per il nazionalismo israeliano, dalla porta di Damasco al Muro del pianto.
"In questo giorno celebriamo la liberazione della nostra città antica, della nostra capitale, Gerusalemme. Ha un forte volore simbolico, è importante dire al mondo che questa è la nostra capitale storica", ci ha spiegato un manifestante israeliano durante la marcia.
In Cisgiordania, nella città di Ramallah, la marcia delle bandiere è ugualmente sfociata nella violenza. La mezzaluna rossa ha contato decine di feriti per soffocamento a causa del lancio di gas lacrimogeni.
Nella prima mattinata erano stati registrati i primi scontri sulla Spianata delle Moschee (il Monte del Tempio per gli ebrei). I palestinesi si erano infatti barricati proprio nella moschea al-Aqsa.
Non stentano a placarsi le tensioni dopo settimane di violenza in cui 19 israeliani e 35 palestinesi sono rimasti uccisi in Cisgiordania. Molti sono i palestinesi che hanno perso la vista durante gli scontri, ma diversi sono anche i civili rimasti vittime. Tra questi anche la giornalista veterana del canale Al Jazeera Shireen Abu Akleh.