Nella sua valutazione sull'operazione la Bce aveva negato l'autorizzazione in virtù della condanna per frode del 2013 di Silvio Berlusconi, socio di maggioranza della holding
La Corte di Giustizia dell'Unione europea ha confermato la decisione con cui la Banca centrale europea nel 2016 aveva negato l'acquisizione di una partecipazione di Banca Mediolanum da parte della Fininvest di Silvio Berlusconi a causa della condanna per frode fiscale inflitta a quest'ultimo nel 2013.
Interpellata dalla Banca d'Italia, la Bce aveva stabilito che il "sig. Berlusconi non soddisfaceva la condizione di onorabilità applicabile ai detentori di partecipazioni qualificate", richiesta dalle leggi europee al momento dell'acquisizione di una partecipazione qualificata in un ente creditizio.
La Seconda sezione ampliata del tribunale di Lussemburgo ha affermato che la decisione della Bce è legittima, perché "la valutazione dell’idoneità di qualsiasi persona è indispensabile per assicurare che la proprietà di tali enti creditizi rimanga idonea e solida".
Inoltre, la Corte ha respinto l'argomento sollevato da Fininvest sul difetto della Banca di Francoforte di non aver esaminato "la probabile influenza del candidato acquirente sull’ente creditizio". "La BCE non era tenuta a esaminare tale criterio al momento della valutazione dell’onorabilità del candidato acquirente", afferma la Corte.
Il controllo della legittimità degli atti delle istituzioni dell'Unione europea è una delle competenze della Corte di Giustizia dell'Ue, che ha sede a Lussemburgo. A febbraio 2022 la Corte si era espressa sul meccanismo di condizionalità approvato dall'Ue che punirà le violazioni dello stato di diritto che colpiscono il bilancio Ue.