G7 e Stati Uniti annunciano una nuova serie di sanzioni contro la Russia

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Biden "colpisce" più di 400 persone tra membri della Duma e delle elite russe

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Giornata di importanza capitale a Bruxelles, che accoglie i summit di G7, Nato e Consiglio europeo.

 I leader del G7 annunciano di voler limitare l'utilizzo dell'oro nelle transazioni da parte della Banca centrale russa, mentre dagli Stati Uniti arriva una nuova serie di sanzioni contro più di 400 persone fra membri della Duma e delle elite russe.

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Prese di mira anche 48 società statali operanti nel settore della difesa.

Per la Casa Bianca, tali mosse fiaccheranno ulteriormente la capacità della Russia di usare le proprie riserve internazionali per sostenere l'economia e finanziare la guerra contro l'Ucraina.

Doug Mills/30254284A
AP PhotoDoug Mills/30254284A

Washington aumenterà anche l'assistenza umanitaria, accogliendo 100.000 rifugiati ucraini e fornendo un ulteriore miliardo di dollari in cibo, medicine, acqua e altre forniture.

Preannuciato da G7 e Unione europea un ulteriore sforzo finalizzato a condividere informazioni e coordinare risposte, per evitare che la Russia eluda l'impatto delle sanzioni imposte dall'Occidente.

La Russia detiene circa 130 miliardi di dollari in riserve d'oro, e la Banca del Paese ha annunciato (il 28 febbraio scorso) che avrebbe ripreso l'acquisto di oro sul mercato interno dei metalli preziosi.

Thibault Camus/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved
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"Sottostimato il coraggio ucraino"

Al suo arrivo al vertice, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha confermato l'invio di altri quattro gruppi tattici sul fronte est, per far fronte alla minaccia russa, che lo stesso ha definito "la più grave crisi per un'intera generazione".

Il presidente Putin ha commesso un grosso errore, ha dato inizio alla guerra contro uno Stato indipendente e sovrano, ha sottostimato la forza e il coraggio del popolo ucraino
Jens Stoltenberg
segretario generale Nato

L'Alleanza atlantica è però categorica nel rifiutare la no-fly zone sui cieli ucraini per andare contro l'escalation del conflitto.

"Dichiarare una no-fly zone sull'Ucraina vorrebbe dire farlla rispettare - ribadisce Stoltenberg - e questo ci costringerebbe a colpire pesantemente i sistemi di difesa aerea di Mosca su territorio russo, bielorusso e ucraino.

Significherebbe anche essere disposti ad abbattere velivoli russi, rischiando dunque uno scontro diretto tra la Russia e la Nato che causerebbe solo più morte e distruzione".

A suo dire, l'uso di armi chimiche da parte della Russia cambierebbe però radicalmente la natura del conflitto.

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