Fallita la guerra lampo sognata da Putin, Mosca si spazientisce e invia una colonna di 65 km di mezzi militari su Kiev. Nuovi bombardamenti nella capitale ucraina e in altre città. Decine di vittime a Kharkiv, ma Russia sempre più isolata. Shell rompe con Gazprom e pagamenti bloccati da Mastercard
La Russia si spazientisce: una colonna di 65 km di mezzi militari avanza su Kiev
Appena concluso il primo round di colloqui, riprendono gli attacchi sull'Ucraina. Sirene che tornano a suonare a Kiev, ma anche nelle città di Rivne, Ternopil e Vinnytsia. I satelliti hanno intanto immortalato una colonna di mezzi russi lunga 65 chilometri che avanza sulla capitale ucraina da nord-ovest.
Guadagnare terreno per negoziare in posizione di forza. La strategia di Mosca
Kiev prepara quindi la resistenza: trincee, bottiglie molotov e spirito di popolo, che hanno già fatto naufragare la guerra lampo sognata da Putin. Mosca sembra quindi spazientirsi e al tavolo dei negoziati chiede tutto e subito: riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea, "denazificazione" e neutralità dell'Ucraina. Ed è proprio per negoziare in posizione di forza, che accelera ora nella sua offensiva.
Guerra in Ucraina: sul fronte soffrono soprattutto Kharkiv e Okhtyrka
A soffrire di più, nelle ultime ore, è stata Kharkiv: seconda città del paese, in cui secondo Kiev si sono registrate decine di vittime civili. Una settantina i militari ucraini che hanno invece perso la vita nella città nord-occidentale di Okhtyrka, mentre nella notte è partito anche l'assalto russo a quella meridionale di Kherson.
Sanzioni UE: nel mirino anche il portavoce di Putin
Confortata dall'effetto delle misure finora adottate, l'Unione Europea accelera intanto sulle sanzioni alle cerchie russe del potere. Sulla lista finiscono altre 26 persone vicine al presidente Putin: oligarchi, giornalisti, ma soprattutto il suo portavoce Dmitry Peskov.
L'addio di Shell, i blocchi di Mastercard, il bando del calcio: Russia sempre più sola
Sul fronte economico, la strategia dell'isolamento prosegue anche con la rottura dei rapporti fra il gigante Shell e la russa Gazprom. Misura che fa il paio con il blocco di numerose transazioni annunciato da Mastercard e al bando di UEFA e FIFA alle squadre russe.
La Turchia rompe gli indugi: Dardanelli e Bosforo chiusi alle navi russe
Tradizionalmente vicina alla Russia, la Turchia rompe poi gli indugi sulla questione degli Stretti. Senza condannare apertamente l'attacco all'Ucraina, né menzionare Mosca, Ankara ha detto di volersi applicare alla lettera gli accordi di Montreux: una convenzione del 1936 che la autorizza a chiudere Bosforo e Dardanelli alle navi di paesi in guerra. Se applicata, la misura renderebbe più complesso l'accesso russo al Mar Nero, dove Mosca aveva tuttavia già provveduto a trasferire con largo anticipo parte della sua flotta.