Guerra anche di parole fra Ucraina e Russia. Mosca: "Europa ipocrita. Siamo noi il vostro obiettivo". Zelensky all'Occidente: "Aiutateci a difendere i nostri cieli. Se cadiamo noi, i prossimi saranno i paesi baltici". La morsa delle sanzioni si stringe su oligarchi ed economia
Disperato appello a più imponenti aiuti militari da una parte, accuse di ipocrisia e strumentalizzazione dall'altra. Dalla guerra sul campo a quella delle parole, la resistenza ucraina all'invasione russa polarizza dibattito e interpretazioni anche alle Nazioni Unite.
La Russia: "Europa ipocrita. La pace dell'Ucraina non vi interessa. Siamo noi il vostro obiettivo"
"Pace e prosperità dell'Ucraina non vi interessano - l'accusa dell'ambasciatore russo all'ONU, Gennady Gatilov -. La vita dei cittadini ucraini non vi interessa. Voi non cercate di risolvere la situazione in Ucraina. Il regime fantoccio del signor Zelensky è per voi solo uno strumento di pressione sulla Russia".
Zelensky: "No-fly zone sui nostri cieli o presto toccherà anche ai paesi baltici"
A fronte dell'escalation militare, il presidente Zelensky si interroga però sull'efficacia della strategia occidentale e lancia un nuovo accorato appello. "Le sanzioni non bastano - dice - bisogna fare di più". "Vi chiediamo ora di proteggere il nostro spazio aereo, istituendo una no-fly zone. Se non avete i mezzi per farlo, vi chiediamo allora di fornirci degli aerei per farlo da noi. Se noi cadiamo, le prossime saranno Lettonia, Lituania ed Estonia"
La Casa Bianca: "La morsa delle sanzioni si stringe su Putin"
Frontiera invalicabile un invio di truppe, che per gli occidentali equivarrebbe a ufficializzare l'avvio di un conflitto mondiale, si potenzia intanto il ricorso all'arma di sanzioni, sempre più dirette contro oligarchi e cerchie vicine al Presidente russo. "Vogliamo che Putin senza la morsa stringersi intorno a lui, la sintesi della Casa Bianca.
A sentire la stretta è intanto la popolazione. Il gigante dell'arredamento IKEA, preso d'assalto nelle ultime ore, si aggiunge intanto alla lista dei grandi gruppi, che annunciano lo stop alle operazioni in Russia. Poco prima era stato il turno di Toyota e Volkswagen, leader mondiali di un settore dell'auto, il cui leader in Russia ha già fermato la produzione, per difficoltà nei rifornimenti.