La stella del tennis ha minimizzato la vicenda in un'intervista a un quotidiano francese: "solo un grande malinteso". E dal Comitato olimpico nessuno pare volersi sbilanciare
Un "enorme malinteso". Così, la tennista cinese Peng Shuai minimizza le accuse di aggressione sessuale che aveva rivolto lo scorso novembre fa a un alto funzionario cinese.
Il dietrofront arriva in un'intervista concessa al quotidiano sportivo francese L'Equipe, la prima a un media occidentale negli ultimi due mesi.
Ma se qualche dubbio permane circa la genuinità della smentita, al Comitato olimpico internazionale nessuno sembra volersi sbilanciare troppo sulla vicenda
"Non sono sicuro spetti a noi, come organizzazione sportiva, giudicare nel merito" ha detto il portavoce Mark Adams. "Penso che il nostro presidente avesse ragione nel dire che non sta a noi stabilire se debba esserci o meno un'indagine. Avete visto le dichiarazioni alla stampa: credo che dovremmo ascoltarla e leggere ciò che dice. Noi stati e rimaniamo in contatto con lei, l'abbiamo incontrata anche di persona".
Il Comitato Olimpico ha confermato infatti un incontro avvenuto sabato tra la stella del tennis cinese e il presidente Thomas Bach.
Peng era scomparsa per qualche tempo dalla vita pubblica dopo aver rivelato sui social network nazionali, lo scorso novembre, di aver avuto una storia d'amore che sarebbe andata avanti a singhiozzo anni con l'ex vice premier cinese Zhang Gaoli, accusato di aver abusato sessualmente di lei in almeno un'occasione.