In Cile assegnato nuovo appalto per lo sfruttamento del litio, Proteste degli ambientalisti e del neo presidente Boric
L'intenzione è quella di fruttare il boom del mercato del litio. In Cile il governo di Sebastián Piñera, tra mille controversie e polemiche, ha reso noto il risultato della gara d'appalto indetta per sviluppare la produzione del minerale nel Paese. Due le società coinvolte, una cinese e una cilena, che hanno presentato offerte rispettivamente per 61 e 60 milioni di dollari, per un totale incassato dallo Stato di 121 milioni di dollari.
Nonostante le richieste degli ambientali e dell'opposizione parlamentare di bloccare i lavori, la gara è stata aggiudicata con due giorni di anticipo. Una decisione che ha generato una moltitudine di critiche anche da parte del presidente eletto Gabriel Boric.
“Il governo ha il potere di fare ciò che ha fatto ma è una decisine sbagliata che verrà rivista a tempo debito. Noi continueremo sulla nostra strada, ha detto Boric, lavorando per la creazione di una Compagnia nazionale del Litio che agisca tenendo in considerazione il bene delle comunità e dello sviluppo produttivo nazionale".
Il boom delle auto elettriche e la produzione incessante di smartphone e computer hanno trasformato il litio in un vero e proprio “oro bianco”. Un mercato che fa gola anche al governo. Secondo il ministero delle miniere le offerte sono quelle che rispecchiano nel modo migliore l'interesse dello Stato. L’obiettivo è riportare il paese in una posizione dominante sulla scena mondiale dopo che anche l’Australia ha superato il Cile come principale produttore di litio nel 2017.