(ANSA) – BERGAMO, 10 NOV – Dopo quasi tre anni, la procura di
Bergamo ha notificato al chiusura dell’indagine a 13 persone
accusate di minaccia aggravata e diffamazione per aver
minacciato, anche di morte, il giornalista bergamasco di
Repubblica Paolo Berizzi.
Le indagini di carabinieri e polizia postale di Bergamo,
coordinate dal pm Emanuele Marchisio, hanno portato a
identificare in mezza Italia – dalla Lombardia al Veneto, dal
Piemonte alla Toscana e fino al Lazio – i server da cui sono
partite le aggressioni telematiche al giornalista, spesso da
profili anonimi e quindi di non immediata identificazione.
I rapporti degli indagati con gruppi della galassia
neofascista sono poi emersi già con le perquisizioni nelle
abitazioni degli indagati, nel 2020. Oltre a pc, telefonini,
memorie usb, le forze dell’ordine hanno sequestrato anche
volantini di associazioni nazifasciste, bandiere con croci
celtiche e svastiche, persino un’ascia. Documentati anche
rapporti con ultrà di estrema destra delle curve e tifoserie
calcistiche.
Per i tredici indagati – c‘è anche un insospettabile
imprenditore noto negli ambienti di Inter e Milan – si avvicina
così il processo: il pm chiederà per tutti la citazione diretta
a giudizio.
Da anni Paolo Berizzi, difeso dall’avvocato Fabio Pinelli, è
oggetto di minacce e atti intimidatori per il suo lavoro
d’inchiesta sul mondo dell’estremismo di destra. Ben sedici i
procedimenti aperti in diverse procure, sempre per minacce e
atti intimidatori nei suoi confronti, dal 2017 a oggi. Dal 2019
il giornalista è sotto scorta, ed è l’unico cronista europeo
attualmente sotto protezione per minacce neofasciste e
neonaziste. (ANSA).
Giornalisti: minacce a Berizzi, chiuse indagini per 13 persone

Cronista sotto scorta per inchieste su mondo estrema destra
Di ANSA
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