Un'inchiesta dell'agenza di stampa Associated Press squarcia il mondo di violenza e di torture di massa messo in atto dalla giunta militare in Myanmar, al potere dal febbraio 2021. E tutto avviene nel silenzio della comunità internazionale
Torture di massa compiute dalla giunta militare al potere in Myanmar dal febbraio 2021.
Si tratta di un'inchiesta dell'agenzia Associated Press, che ha intervistato 28 detenuti, rilasciati nei mesi scorsi, dopo aver passato l'inferno nelle carceri birmane.
9.000 persone in carcere
Basandosi anche su prove fotografiche, disegni e lettere, insieme alle testimonianze di due capitani militari e di un aiutante di un comandante di alto rango, l'indagine è spietata nel descrivere il terribile sistema segreto di repressione e detenzione, che ha finora incarcerato circa 9.000 persone.
"Il centro di interrogatorio è come l'inferno"
Il giornalista Nathan Maung è finito nel mirino della giunta militare, è stato arrestato, ma ora è stato rilasciato.
"Ogni volta che rispondevo qualcosa che non gli piaceva, i militari che stavano alla mia sinistra mi colpivano la faccia e la testa con dei pugni... Il centro di interrogatorio è come l'inferno. Ogni giorno, ogni minuto, non sai mai e non puoi mai immaginare cosa ti succederà".
Gli oppositori non mollano
La maggior parte delle torture si è verificata all'interno di strutture militari, ma l'esercito - hanno raccontato i prigionieri - ha anche trasformato strutture pubbliche in centri di interrogatorio: almeno dodici in tutto il paese.
La maggioranza delle tecniche di tortura raccontate dai prigionieri sono simili a quelle del passato, comprese percosse, scariche elettriche e annegamenti.
I prigionieri intervistati dai cronisti di AP provengono da ogni angolo del Myanmar e da ogni estrazione sociale: tra di loro c'è pure una ragazza di appena 16 anni e persino un monaco buddista.
Alcuni dei prigionieri, poi rilasciati, sono stati arrestati per aver protestato contro i militari, altri per nessun apparente motivo.
Secondo gli ex detenuti, l'opposizione alla giunta militare in Myanmar esiste e si sta riorganizzando, per non lasciare il paese il mano agli autori del colpo di stato.
Nel silenzio della comunità internazionale
Il presidente della Ong "Fortify Rights", Matthew Smith, spiega:
"La tortura si sta verificando a livello nazionale, sia da parte della polizia che dei militari. Sta accadendo nelle città, sta accadendo nei villaggi, sta accadendo nelle pianure centrali, negli altipiani, in tutte le località. Tutti questi fatti ci indicano la natura diffusa e, in qualche modo, sistematica delle torture che stanno avvenendo in Myanmar in questo momento".
Ad Associated Press, tutti gli ex prigionieri intervistati non hanno nascosto la loro amarezza, in particolare perchè tutto ciò, nel loro paese, **sta avvenendo nel silenzio più assoluto della comunità internazionale.
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