Il leader del "Fronte Polisario" annuncia che la lotta del popolo Saharawi, nel Sahara Occidentale, continuerà. Anche con l'uso delle armi. Come è già accaduto la scorsa settimana, con uno scambio di artiglieria con l'esercito marocchino. Ora toccherà al nuovo inviato dell'Onu, Staffan De Mistura
La guerra continua.
Con una conferenza stampa a Rabbuni, in Algeria, il suo quartier generale, Brahim Ghali (72 anni), leader del movimento per l'indipendenza del Sahara occidentale "Fronte Polisario" e presidente dell'autoproclamata Repubblica Democratica Araba Saharawi, annuncia che gli attacchi al Marocco continueranno.
"Il Regno del Marocco nega di essere in guerra, non la riconosce come tale. Dipende solo da loro. Quello che so è che l'esercito saharawi sta conducendo una guerra contro le basi marocchine e che c'è una guerra quotidiana. Giorno dopo giorno", dichiarato Ghali.
Operazioni militari e il "muro" più lungo del mondo
Unità del "Fronte Polisario" e forze dell'esercito marocchino hanno combattuto la scorsa settimana un duello di artiglieria in una delle zone del "muro di separazione" che attraversa la regione desertica di Mahbes, nel Sahara occidentale.
Le operazioni militari dell'Esercito di Liberazione del Popolo Saharawi (SPLA) sono iniziate il giorno dopo che i soldati marocchini si sono infiltrati nella zona demilitarizzata di Guerguerat, che separa la Mauritania dalle zone occupate dal 1975 da Rabat nell'ex colonia spagnola (il "Sahara spagnolo", corrisponde all'attuale Sahara Occidentale), per interrompere una manifestazione di civili saharawi che protestavano contro l'uso commerciale del passaggio conteso dai due paesi.
Nella notte tra giovedì e venerdì, una pattuglia dell'Esercito di Liberazione del Popolo Saharawi, composta da diversi veicoli di artiglieria, ha aperto il fuoco con cannoni da 23 millimetri su una garitta sul muro, un attacco al quale le forze marocchine hanno risposto sparando tre colpi di mortaio da 120 millimetri, che sono atterrati nelle vicinanze dell'unità, situata a circa 8 chilometri.
L'obiettivo dell'attacco era una delle migliaia di antenne di monitoraggio e di localizzazione che il Marocco ha disseminato lungo il muro, il più lungo del mondo(oltre 2.700 km), conosciuto come "Berm".
Il ruolo di Staffan De Mistura e le pressioni all'Onu
Il leader del "Fronte Polisario", Brahim Ghali, sabato, ha chiesto altresì al Consiglio di sicurezza dell'Onu di chiarire - nella riunione prevista per il 28 ottobre - la missione del diplomatico italo-svedese Staffan De Mistura, 74 anni, nuovo inviato delle Nazioni Unite per il conflitto nel Sahara occidentale e di fornire garanzie per lo svolgimento di un referendum di autodeterminazione.
Le Nazioni Unite considerano il Sahara Occidentale come l'ultimo territorio africano da decolonizzare, ma i suoi inviati non sono riusciti a porre le basi per un referendum sul suo futuro da quando un cessate il fuoco è stato firmato 30 anni fa tra il Marocco, che lo aveva annesso nel 1975, e il "Fronte Polisario" in cerca di indipendenza.
Un conflitto dimenticato tornato sotto i riflettori
Il conflitto, decisamente dimenticato, è tornato sotto i riflettori a causa della crescente frustrazione del popolo Saharawi nei campi profughi in Algeria.
A ciò è dovuta in gran parte la ripresa del conflitto, dal novembre dello scorso anno, lungo un "muro" lungo 2.700 chilometri.
Il cosiddetto "muro", costruito dal Marocco, taglia il territorio dell'ex colonia spagnola, dividendo le zone controllate dal Marocco e un tratto di dimensioni più ridotte controllato dal "Fronte Polisario".
Un mese dopo che il "Polisario" ha dichiarato la fine del cessate il fuoco del 1991, il 13 novembre 2020, gli Stati Uniti hanno ignorato gli sforzi delle Nazioni Unite per una trovare una soluzione diplomatica, sostenendo la rivendicazione del Marocco di sovranità su tutto il territorio conteso.
Crisi diplomatica Spagna-Marocco
La segretezza del governo spagnolo sul trattamento ricevuto nei mesi scorsi da Brahim Ghali in un ospedale del nord della Spagna ha scatenato una crisi diplomatica con il Marocco, compreso l'arrivo "improvvis"o di circa 10.000 marocchini nell'enclave spagnola di Ceuta, nel nord dell'Africa.
L'ex ministro degli Esteri spagnolo Arancha González Laya è tuttora sotto inchiesta giudiziaria per aver ordinato l'entrata di Ghali nel paese senza passare per le procedure doganali ordinarie.
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