A scatenare le violenze, un'operazione anti-contrabbando che, per Belgrado, sarebbe stata un mero pretesto per vessare i serbi della zona. Intervenuto anche l'alto rappresentante UE Borrell
Altissima tensione tra Serbia e Kosovo, dopo i violenti scontri avvenuti tra la polizia Kosovara e i residenti di etnia serba in quattro quartieri di Mitrovica. All'origine dei disordini ci sarebbe un'operazione anti-contrabbando condotta dalla polizia nella città kosovara: un mero pretesto, secondo le autorità serbe, per vessare i serbi della zona.
Sulla questione è intervenuto duramente anche l'alto rappresentante europeo agli affari esteri Joep Borrel. "I violenti incidenti nel nord del Kosovo devono cessare immediatamente" scrive in un tweet. "Azioni unilaterali e non coordinate che mettono in pericolo la stabilità sono inaccettabili. Tutte le questioni aperte devono essere affrontate attraverso il dialogo facilitato dall'UE. Siamo in contatto con Belgrado e Pristina".
Secondo la polizia Kosovara, gli scontri sarebbero dovuto all'azione di bande criminali, che si sarebbero "raggruppate in modo organizzato per bloccare le strade con veicoli", aggredendo poi gli agenti armate "di bombole di gas liquido, bombe stordenti, bombe a mano e armi da fuoco''.
Sei agenti e un civile serbo sono stati feriti durante gli scontri, secondo il bollettino delle forze dell'ordine. Otto serbi sono stati inoltre arrestati.
La Serbia, dal canto suo, ha chiesto l'intervento della comunità internazionale, inclusi i soldati della missione di pace a guida NATO KFOR, per ristabilire l'ordine e prevenire "un caos più ampio".
Gli scontri arrivano a pochi giorni dall'accordo raggiunto dai due paesi riguardo alla cosiddetta "guerra delle targhe", che aveva portato alla militarizzazione di un tratto di confine