La politica del Presidente Vucic mira a fare della Serbia un Paese stabile e forte economicamente e militarmente, una sorta di 'mini-potenza' regionale
In Serbia e nella Regione Autonoma di Krajina, l'entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina, si sono tenute le celebrazioni per la Giornata dell'unità del popolo serbo, della libertà e della bandiera nazionale.
Una nuova festività voluta dal presidente serbo Aleksandar Vucic e dalla dirigenza serbo-bosniaca sull'onda delle crescenti manifestazioni nazionaliste che caratterizzano la politica di Belgrado. Vucic ha lanciato un messaggio esortando tutti i cittadini a vedere come si presenta il loro esercito, sottolineando che la Serbia non è progredita invano in questi ultimi anni. La politica del Presidente Vucic mira a fare della Serbia un Paese stabile e forte economicamente e militarmente, una sorta di 'mini-potenza' regionale, alla quale i Paesi vicini nei Balcani occidentali guardano con un certo sospetto.
I due parlamenti, serbo e serbo-bosniaco hanno adottato per l'occasione un provvedimento a difesa della scrittura in cirillico, ritenuta un tratto e un valore tradizionale e distintivo della cultura serba. Rn atto ritenuto poco consono per diversi cittadini.
Le celebrazioni hanno sollevato preoccupazioni e dubbi anche sulla reale volontà da parte dell’attuale leadership serba di adesione all’Unione europea. Proprio lunedì scorso a Belgrado la cancelliera uscente tedesca Angela Merkel aveva ribadito l’ingresso della Serbia in Unione europea è strategico ma resta ancora parecchia strada da fare.