Euronews ha intervistato la cittadina francese, rimpatriata sabato scorso da Kabul: per lei, è il Qatar il Paese-regista di "quanto accade sul campo"
In concomitanza con le incessanti evacuazioni di cittadini afghani e stranieri, Euronews ha intervistato Victoria Fontan, cittadina francese rimpatriata sabato scorso da Kabul.
Vice presidente dell'Università americana in Afghanistan, è riuscita a fuggire dal Paese dopo essere stata posta agli arresti domiciliari dai talebani, prima di tornare in Europa.
Per lei, i talebani rappresentano una seria minaccia per la popolazione afghana: contrariamente a quanto affermano, nella sostanza non sono cambiati.
"Ogni giorno riceviamo notizie di persone giustiziate o scomparse - dice - le connessioni internet a Herat sono state totalmente cancellate dai talebani, non c'è più alcuna possibilità di comunicare con persone con cui potevamo sino a 24 ore prima.
Poco a poco, questa morsa si sta chiudendo e la violenza dei talebani sta venendo fuori: tutte queste chiacchiere secondo cui le persone sul campo non stanno seguendo le direttive politiche di Doha non sono affatto vere.
Dalla Francia, Victoria ora lotta per consentire l'evacuazione di studenti e professori ancora bloccati a Kabul e che temono per la loro vita.
Sino al 31 agosto, sarà una vera e propria corsa contro il tempo, che dovrebbe segnare la fine del periodo di fuga.
"Un'intera élite afgana sa che si sta finendo sotto i talebani - conclude - ho passato tutto il pomeriggio a fare elenchi e mi sento davvero come se fossi in un film, Schindler's List: è straziante fare queste liste e pensare che purtroppo le persone che non ce la faranno sono destinate a una situazione molto difficile nei prossimi mesi".
Mentre decine di migliaia di persone sono già riuscite ad espatriare, molte altre aspettano di lasciare l'Afghanistan il prima possibile per sfuggire ai talebani.