Circa metà degli europei è insoddisfatta della gestione della pandemia

marzo 2021, la presiddente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen parla con i media
marzo 2021, la presiddente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen parla con i media Diritti d'autore AP Photo
Di Euronews
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Lo rivela un'indagine eurobarometro, che riporta però anche un buon livello di fiducia per il futuro

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Se la fiducia verso l'operato di Bruxelles  sembra aver registrato un'impennata come non se ne vedevano da oltre un decennio, la Pandemia continua a destare forte scontento nel territorio comunitario.

A rivelarlo è un'indagine di Eurobarometro, stando alla quale quasi la metà degli intervistati europei sarebbero insoddisfatti delle misure adottate dall'Unione in risposta alla crisi da coronavirus. 

Più in dettaglio, a dirsi soddisfatto dell'operato di Bruxelles è stato il 43% del campione, mentre l'8% è ancora indeciso e il 49 si dice apertamente insoddisfatto. 

A riportare la percentuale di scontenti più alta sono Grecia, Lussemburgo e Belgio

Soddisfazione in calo dall'estate

I risultati, che arrivano da una rilevazione condotta tra il 12 febbraio e l'11 marzo nei 27 paesi comunitari e in altri 12 paesi al di fuori dell'Unione, tra cui il Regno Unito, hanno mostrato che l'insoddisfazione nei confronti della gestione europea della crisi è aumentata di cinque punti percentuali a partire dalla scorsa estate.

Questo andamento si riflette ovviamente anche nella percentuale di intervistati che hanno espresso apprezzamento per l'operato comunitario, calata  due punti percentuali dalla scorsa estate, come pure di tre punti è scesa la percentuale degli scettici. 

livello di soddisfazione per la gestione europea del Covid: il blu rappresenta gli insoddisfatti, il giallo i soddisfatti, il verde gli indecisi

All'interno dell'Unione, 13 stati membri su 27 hanno espresso una maggioranza di residenti soddisfatti per la gestione della pandemia, in calo rispetto ai 19 dell'estate.

Le percentuali più alte di soddisfazione sono state trovate in Danimarca (68%), Lituania (67%) e Portogallo (66%).

Nel frattempo, in 12 stati membri la maggioranza degli intervistati ha espresso insoddisfazione, con la Grecia in testa al 68%, seguita da Lussemburgo (63%) e Belgio (61%).

In Spagna e nei Paesi Bassi, l'opinione pubblica era equamente divisa, con il 44% di soddisfatti e il 44% di non soddisfatti nel primo paese e il secondo con una simile equidistanza ma in misura del 43%.

livello di soddisfazione per paese: blu rappresenta gli indecisi, giallo gli insoddisfatti, verde i soddisfatti

Europei sempre più delusi dai propri governi

Mentre molti europei hanno espresso insoddisfazione per la risposta dell'UE al coronavirus, ancora più persone hanno detto di non essere soddisfatte dalle misure adottate dai rispettivi governi nazionali.

Una netta maggioranza del 56% ha detto di non essere impressionata dalle azioni intraprese dai propri governanti, con un aumento di 19 punti percentuali dall'estate.

Petros Giannakouris/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
Insegnanti di scuola primaria chiedono maggior sicurezza nelle scuole ad Atene, 15 gennaio 2021Petros Giannakouris/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.

Nel frattempo, il 43% ha detto di essere soddisfatto, con un calo speculare di 19 punti percentuali, mentre solo l'1% si è detto indeciso. 

"La soddisfazione è peggiorata in modo spettacolare dall'estate 2020, quando la situazione era opposta, con il 62% 'soddisfatto' contro il 37% 'non soddisfatto'", hanno scritto i ricercatori di Eurobarometro in una relazione sui risultati dello studio.

I residenti di Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia sembrano essere i meno impressionati dalla risposta dei loro governi sul coronavirus, con un livello di insoddisfazione che si attesta rispettivamente al 79%, 76% e 75%.

Nel frattempo, la soddisfazione è apparsa più alta in Danimarca, Lussemburgo e nei Paesi Bassi, rispettivamente al 79%, 73% e 71%.

Fiducia per il futuro ancora alta

Mentre la soddisfazione per le misure attuate dall'UE e dai singoli governi è diminuita dall'estate, sembra che la fiducia generale nell'UE sia però a un livello record per quanto riguarda l'ultimo decennio.

Quasi la metà degli europei ha detto di avere fiducia nell'Unione europea (49%) nel sondaggio, segnando un forte aumento di 6 punti dall'estate.

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I risultati rappresentano anche il più alto livello di fiducia registrato dalla primavera del 2008, hanno detto i ricercatori.

Tuttavia, la fiducia nei governi nazionali rispetto al futuro era al 36%, quattro punti percentuali in meno rispetto all'estate.

Nel frattempo, la fiducia nella capacità dell'UE di prendere le "giuste decisioni in futuro", quando si tratta della risposta alla pandemia, è ancora relativamente alta.

"Quando si pensa alla risposta dell'UE alla pandemia, quasi sei europei su dieci hanno fiducia nel fatto che l'UE prenda le decisioni giuste in futuro", hanno detto i ricercatori, con il 59% degli europei che si è detto convinto che il blocco opererà per il meglio in futuro.

Meno di quattro su dieci (39% del campione) hanno detto di non credere che l'UE farà le scelte giuste, 

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livello di fiducia nelle decisione future dell'UE: il blu rappresenta la fiducia, il giallo alla sfiducia, il verde all'indecisionr

"In ben 24 paesi - sottolineano i ricercatori -  almeno metà della popolazione ha fiducia che l'UE prenda le decisioni giuste in futuro, mentre la percentuale sale a tre quarti  in Portogallo (89%), a Malta (79%) e in Ungheria (77%)".

"All'altra estremità della scala, le maggioranze non sono ottimiste riguardo al futuro in Grecia (55%), Repubblica Ceca (53%) e Austria (50%)".

Nel frattempo, rispetto all'estate, la fiducia che l'UE prenda le decisioni giuste in futuro è peggiorata in 17 paesi, con Germania (50%) e Beglio (55%), in calo di 11 punti percentuali e Lettonia al 61%, in calo di 10 punti percentuali.

Salute ed economia in cima alle preoccupazioni

Gran parte delle preoccupazioni degli europei in questo momento si concentrano su salute ed economia.

Quasi quattro cittadini comunitari su dieci hanno detto di vedere la salute come il problema più importante che il blocco deve affrontare in questo momento, una questione che viene dunque prima delle preoccupazioni economiche.

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Tra gli intervistati, il 38% ha detto di ritenere la salute la questione più importante, con un aumento di 16 punti percentuali dall'estate. Nel frattempo, il 35% ha detto di vedere l'economia come la preoccupazione principale, percentuale che rimane invariata rispetto all'estate 2020.

Christophe Ena/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
9 marzo 2021: inoculazione del vaccino a Parigi, FranciaChristophe Ena/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved

Lo stato delle finanze pubbliche dei Paesi membri è sceso al terzo posto nelle preoccupazioni, con il 21% delle menzioni, in calo di due punti percentuali, mentre l'ambiente e il cambiamento climatico continuano a occupare un posto secondario al 20% (stessa percentuale dell'ultima rilevazione)

Mentre "la salute guida la classifica delle principali preoccupazioni a livello comunitario", i ricercatori sottolineano come "la situazione economica è l'unica questione che appare tra le prime tre preoccupazioni in tutti gli stati membri dell'UE".

E dunque se la salute è la preoccupazione principale in tempi di pandemia, l'economia resta comunque una priorità per tutti- 

Più di sei europei su dieci (61% del campione), infatti. hanno detto di credere che l'economia del loro paese si riprenderà dall'impatto della pandemia solo nel 2023 o più tardi

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Meno di un quarto ritiene invece che l'economia possa riprendersi nel 2022 (23%), mentre solo il 5% pensa che le rispettive economie possano riprendersi entro la fine di quest'anno.

Quasi uno su dieci ha inoltre espresso il timore che l'economia del proprio paese possa non riprendersi mai dall'impatto della pandemia, con l'8% degli intervistati che condivide questa prospettiva.

Un più ottimista 1% degli europei, tuttavia, ha detto di credere che l'economia del proprio paese si sia già ripresa, mentre il 2% ha detto che semplicemente non sa cosa riserverà il futuro economico.

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