Vertice mondiale sul clima: Biden non lascia, anzi raddoppia

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Il presidente americano ha espresso l'intenzione di raddoppiare l'obiettivo sul clima con un taglio delle emissioni tra il 50 e il 52% entro il 2030

Il presidente statunitense, Joe Biden ha promesso il taglio del 50-52% delle emissioni di gas serra entro il 2030 (rispetto ai valori del 2005).

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In pratica, quasi il doppio rispetto al 25-28% entro il 2025, che Barack Obama annunciò nello storico Accordo di Parigi del 2015: l'obiettivo è di raggiungere la neutralità climatica nel 2050.

"Sono molto rincuorato dall'appello del presidente Putin al mondo - dice - per collaborare all'eliminazione dell'anidride carbonica: gli Stati Uniti non vedono l'ora di lavorare con la Russia e altri Paesi per materializzare questo sforzo, è una grande promessa".

Gli interven(u)ti

"Bentornati Stati Uniti, in prima linea nella lotta al riscaldamento globale" è il saluto che Angela Merkel ha rivolto a Joe Biden, intervenendo al vertice mondiale sul clima voluto dal Presidente americano nei primi cento giorni dal suo arrivo alla Casa Bianca. Un colpo di spugna su quanto fatto dal suo predecessore Donald Trump.

La due giorni di summit, partita simbolicamente nella Giornata della Terra, ha visto la partecipazione dei Paesi responsabili dell'80% delle emissioni, e gli interventi del Papa e di attivisti ed organizzazioni impegnati nella salvaguardia dell'ambiente.

La Danimarca, intanto, ha deciso di porre fine a tutta la produzione di petrolio e gas nel Mare del Nord entro il 2050.

"Abbiamo deciso - afferma la premier danese, Mette Frederiksen - di terminare la produzione di petrolio e gas, oggi la Danimarca ha più posti di lavoro nell'energia verde che nei combustibili fossili, abbiamo collaborazioni per il clima da tutte le parti in Danimarca, il Paese è unito nel raggiungere l'obiettivo di una riduzione delle emissioni del 70% entro il 2030".

In un passaggio del suo intervento, Greta Thunberg ha strigliato il Congresso americano: "Il fatto che nel 2021 si discuta ancora di sussidi diretti o indiretti all'industria dei combustibili fossili, usando il denaro dei contribuenti, è una rovina".

Mario Draghi ha ricordato la strada intrapresa dall'Unione europea nella transizione ad un'economia verde e i finanziamenti massicci previsti dal Next Generation EU. Proprio alla vigilia del summit, il blocco ha fissato il nuovo obiettivo intermedio del taglio dei gas serra del 55% entro il 2030, rispetto ai valori del 1990.

L'Italia quest'anno presiede il G20 e, insieme al Regno Unito, la Conferenza Onu sul clima (Cop26) che si terrà a Glasgow a novembre: il premier Draghi ha ribadito l'impegno a mettere in cima all'agenda la discussione sugli investimenti per il clima.

Tra gli annunci più importanti emersi nel vertice, c'è quello della Cina che punta ad avere zero emissioni entro il 2060.

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Biden è riuscito ad ottenere anche la presenza della Russia, nonostante le tese relazioni in corso con il Cremlino.

D'altronde Vladimir Putin stesso aveva sottolineato l'urgenza della questione ambientale nel suo annuale discorso sullo stato della nazione. Basti pensare a cosa sta capitando in Siberia con lo scioglimento del permafrost, una bomba ecologica a orologeria: dalla liberazione di gas serra imprigionati dal ghiaccio, all'emergere di strati profondi dove vivono virus e batteri, allo sprofondamento delle fondamenta di impianti di idrocarburi costruiti in quell'area pronti a immetterre veleni nei terreni.

L'Accordo di Parigi prevedeva il contenimento dell'aumento di temeperatura entro di due gradi, e preferibilmente non oltre l'uno e mezzo. Gli attuali livelli di emissioni sono lontani da questo target, gli esperti prevedono un rialzo di due gradi e mezzo entro il 2050.

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