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Non si scia: Speranza decreta il "no" alla riapertura, stagione finita

Un gatto delle nevi a Cortina d'Ampezzo, Italia
Un gatto delle nevi a Cortina d'Ampezzo, Italia Diritti d'autore  AP Photo/Gabriele Facciotti
Diritti d'autore AP Photo/Gabriele Facciotti
Di Cinzia Rizzi
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il Ministero della Salute ordina la proroga della chiusra degli impianti. Il consigliere di Speranza: "Ricordiamo che la variante inglese è arrivata in Ue passando dagli impianti di risalita in Svizzera"

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E alla fine, cioè a poche ore dall'inizio, il verdetto è piombato sugli operatori degli impianti sciistici e su tutto l'indotto della montagna: la riapertura non s'ha da fare, almeno fino al 5 marzo.

Lo ha decretato il Ministero della Salute, dopo una giornata di incertezza dovuta alle dichiarazioni del Comitato tecnico scientifico (Cts) e del consigliere del ministro della Salute, Walter Ricciardi. Chiedevano a Roberto Speranza di fare marcia indietro e lasciare chiusi gli impianti da sci, la cui riapertura era prevista per questo lunedì mattina.

A preoccupare è la circolazione attiva delle varianti. "Non dimentichiamo che la variante inglese è arrivata in Europa proprio passando dagli impianti di risalita in Svizzera", ha detto Ricciardi, che paventa addirittura la possibilità di un "lockdown totale in tutta Italia immediato", scuole chiuse comprese. 

"È evidente che la strategia di convivenza col virus, adottata finora, è inefficace e ci condanna all'instabilità, con un numero pesante di morti ogni giorno", ha dichiarato Ricciardi.

La rabbia dell'indotto dello sci

Immediate le reazioni degli addetti del settore: "Non è possibile venire a sapere alla domenica pomeriggio che per il lunedì mattina è tutto cambiato", spiega Michela Calvi, dell'hotel Stelvio di Bormio, in Lombardia. "Non se ne può più con la politica dell'apri chiudi, apri chiudi. Ci sentiamo presi in giro. Noi imprenditori del turismo non siamo burattini. Siamo allo stremo delle forze e tanti rischiano il fallimento delle loro aziende".

Nel frattempo Adamello Sky, del Consorzio Pontedilegno-Tonale in Vallecamonica, nel Bresciano, ferma la vendita degli skipass online: "Abbiamo venduto quasi 4mila skipass, in vista della riapertura di domani, ma ora abbiamo bloccato la vendita online perché non sappiamo cosa succederà. Siamo preoccupati", dice Michele Bertolini, direttore di Adamello Sky. "Siamo in attesa, abbiamo allestito tutto, investito soldi e se non si dovesse riaprire per molti potrebbe essere la mazzata finale. Sarebbe stato meglio saperlo una settimana prima se l'idea era già questa. Abbiamo assunto ieri i dipendenti di biglietteria che rischiamo di dover già licenziare domani. Sembra uno scherzo di carnevale".

Il via libera 10 giorni fa

Lo scorso 4 febbraio lo stesso Cts aveva dato il via libera allo sci in zona gialla, anche se con limitazioni. Le regioni avevano quindi presentato il proprio Protocollo di Sicurezza, che prevede ad esempio l'utilizzo del 30% della capacità degli impianti e le varie date di apertura. Lombardia e Piemonte dovrebbero iniziare questo lunedì, seguite da Veneto, Trentino (entrambi mercoledì), Val d'Aosta (giovedì) e Friuli (venerdì).

Video editor • Cinzia Rizzi

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