Non cessa la protesta contro il colpo di stato militare e per la liberazione dei leader democratici in Myanmar. Alle manifestazioni partecipano ampie fasce della popolazione. L'appoggio dell'ONU per il ritorno alla democrazia
Non cessa la protesta contro il colpo di stato militare e per la liberazione dei leader democratici in Myanmar. Alle manifestazioni partecipano ampie fasce della popolazione; si vedono medici, infermieri, impiegati dello stato, poliziotti, monaci buddisti, sacerdoti, seminaristi, suore e anche tanti giovani della cosiddetta “Generazione Z”, intorno ai 20 anni: atleti, studenti, cantanti rock, ragazze in vestito da sposa, ragazzi travestiti da donna o da personaggi dei fumetti. Tutti esibiscono cartelli con frasi ironiche contro la giunta e un messaggio comune: “basta con la dittatura!”
Le proteste internazionali
Crescono anche i segnali di disappunto a livello internazionale, per esempio la Commissione Onu per i diritti umani ha emanato una risoluzione in cui si domanda l’immediata liberazione dei membri del governo destituito in modo violento.
I cascami del golpe
I militari intanto hanno intensificato gli arresti dei leader del movimento di disobbedienza sorto dopo il colpo di stato che ha destituito il governo di Aung Sa Suu Kyi.
La polizia sta ora dando la caccia a sette persone che hanno sostenuto apertamente le proteste, tra cui alcuni dei più noti attivisti pro democrazia del Paese. La giunta militare del Myanmar ha ammonito la popolazione a non coprirne la fuga e invita tutti a fornire informazioni utili alla loro cattura.