Un anno fa il paziente zero di Bordeaux che era tornato dalla Cina

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Diritti d'autore NICOLAS TUCAT/AFP or licensors
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I ricordi della scoperta di uno dei primi pazienti affetti da coronavirus in Francia, presso la divisione di malattie tropicali dell'Ospedale Universitario di Bordeaux

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Il 24 gennaio 2020 resterà nel ricordo del medico francese Denis Malvy, responsabile del dipartimento malattie tropicali all'ospedale universitario di Bordeaux: è il giorno in cui ha riconosciuto i sintomi del covid-19.

Un francese sulla quarantina reduce da Wuhan

Il paziente, ricoverato nel primo pomeriggio del 23 gennaio a Bordeux, era un francese sulla quarantina che aveva "legami lavorativi e familiari" con la città di Wuhan, in Cina. Denis Malvy è primario presso il Centro Ospedaliero universitario di Bordeaux.

Terapia con massima attenzione

"La gestione dei primi pazienti è stata sicuramente rigorosissima sotto ogni profilo - spiega Malvy - Bisognava far presidiare le porte delle loro stanze, c'era troppa gente in giro c'era chi si spacciava come medico per poi sparire". Di fatto la prima allerta coronavirus in Francia risale al 2019 : è stato infatti accertato un caso di Covid il 27 dicembre, scoperto l'ospedale Jean-Verdier di Bondy, periferia di Parigi, dove sono stati riesaminati i tamponi di pazienti ricoverati con polmonite anomala.

Il contagio progressivo

Poi è iniziato il calvario delle terapie intensive....Il professor Malvy si prodiga in messaggi di speranza per la soluzione della pandemia: ci si sente ancora nel tunnel, ma si vede la fine. "Penso che dobbiamo rafforzarci e continuare a lavorare su test, tracciamento e isolamento. Non va ancora bene. Non perché non abbiamo i test, ne abbiamo molti, ma non basta impiegarli per una strategia efficace".

La terza ondata

Per Malvy la terza ondata a marzo è probabile ed è per questo che bisogna prepararsi adeguatamente anche se poi potrebbe non verificarsi, intanto in pochi mesi le terapie sono diventate molto più efficaci e l'uso dei vaccini dovrebbe assestare il colpo di grazia al coronavirus.

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