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Il piano vaccini in Europa

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Di Alberto De Filippis
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Dal Portogallo alla Francia i paesi cominciano a prapararsi alla distribuzione dei vaccini fra sfide sociali e logistiche

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L'Europa si prepara a iniziare la vaccinazione il prima possibile. Non appena i vaccini vengono approvati dalle autorità di regolamentazione.

Il Regno Unito ha già approvato un preparato. Ora anche altri paesi europei stanno impostando le loro strategie. La Francia inizierà con i residenti delle case di riposo e gli operatori sanitari ad alto rischio con l'arrivo del primo milione di vaccini.

Questa prima fase inizierà a gennaio come confermato dal premier transalpino.

Jean Castex, Primo Ministro francese: "Man mano che le consegne continuano, allargheremo il perimetro della vaccinazione a partire dai quasi 14 milioni di persone con fattori di rischio legati all'età o ad una patologia cronica, e ad alcuni operatori sanitari . La fase 2 della nostra strategia che dovrebbe partire a febbraio e proseguirà fino alla primavera. E infine, come aveva annunciato il presidente della repubblica, progressivamente, dalla primavera, apriremo la vaccinazione a tutta la popolazione. Questo sarà la fase 3 della nostra strategia".

Il Portogallo seguirà criteri simili, partendo da 400.000 cittadini più vulnerabili Lisbona prevede di vaccinare 1 milione di persone tra gennaio e aprile.

Antonio Costa, Primo Ministro portoghese:  "Ci sono quattro principi fondamentali del piano: in primo luogo, che è universale, per tutti, in secondo luogo, che è facoltativo all'interno della tradizione del nostro piano di vaccinazione, terzo e fondamentalmente, che è gratuito e in quarto luogo, che sarà distribuito a tutta la popolazione secondo i criteri di priorità definiti tecnicamente e scientificamente".

Oltre all'ottimismo, l'Onu avverte che i Paesi più poveri, con meno risorse, saranno ancora minacciati dal coronavirus.

Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite: "I vaccini potrebbero essere disponibili entro le prossime settimane o mesi. Ma non illudiamoci. Un vaccino non può riparare i danni che si estenderanno per anni, anche decenni, a venire".

Guterres ha chiesto che i vaccini siano dichiarati "bene pubblico globale" e siano condivisi in tutto il mondo.

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