L'Europa arroccata in difesa contro il covid, chiusure un po' ovunque

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Di Paolo Alberto Valenti
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Dal Portogallo alla Germania, dall'Italia alla Gran Bretagna la parola lockdown è ormai una prospettiva che molti cittadini devono riuscire a digerire nelle prossime settimane

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Il presidente del Portogallo ha decretato un giorno di lutto nazionale per le vittime del COVID-19 con una cerimonia all'esterno della residenza di Belem. In maggioranza i portoghesi lavorano da casa con limiti più rigidi che si avvicinano al lockdown. Il paese ha appena registrato un nuovo record pandemico di morti giornaliere (46 persone) e torna ai massimi livelli di ricoveri, 2300 con quasi 300 pesone in terapia intensiva.

LA GRECIA CHIUDE

Salonicco, seconda città di Grecia, è al blocco generale per quattordici giorni come dichiarato dal portavoce del governo. Anche la città di Serres, nel nord del Paese, finisce in lockdown da martedì mattina. Si esce solo con le autorizzazioni ma le scuole restano aperte. L'aeroporto di Salonicco è  chiuso sia ai voli nazionali che a quelli internazionali. "Come nel caso della chiusura totale il blocco locale comporterà la necessità di inviare un SMS per movimenti specifici. Soprattutto fra le 21:00 e le 5:00 del mattino successivo, i viaggi sono consentiti solo per ragioni di salute e lavoro", ha detto  Stelios Petsas, portavoce del governo greco.

IN GERMANIA BLOCCO ATTENUATO

La Germania è al primo giorno di chiusura di ristoranti, bar, palestre e luoghi di ritrovo; si mantengono aperti scuole, negozi e gli uffici. Il blocco durerà un mese ma non è restrittivo come quello di marzo-aprile e i ristoranti possono fornire preparazioni da asporto. Il tasso d'infezione da coronavirus è ancora in aumento in Germania, anche se non tocca i livelli drammatici di Francia e Belgio che vedono con paura aumentare i ricoveri nelle terapie intensive.

IL DRAMMA INGLESE

Il Regno Unito deve affrontare il covid raccogliendo tutto il paese in difesa dopo una sciagurata politica nazionale che puntava all'immunità di gregge. Il premier Boris Johnson non ha alternative al blocco totale in Inghilterra da giovedì dopo i dati che mostrano un tasso di morti che viaggano sui 300 al giorno e un dilagare dell'infezione in tanti settori sociali. Come in altri paesi la paura è quella di una epidemia che esca totalmente dal controllo.

"Stiamo combattendo un'infezione e quando i dati cambiano rotta, dobbiamo virare anche noi. E a coloro che in quest'Aula credono che dovremmo resistere a ulteriori misure nazionali, permettetemi di precisare che reale situazione dobbiamo affrontare". Ha detto Boris Johnson alla Camera dei Comuni.

L'ITALIA, DI DECRETO IN DECRETO

Il premier italiano Giuseppe Conte affronta una situazione in peggioramento ed ha annuncia nuove restrizioni volte a fermare l'aumento dei casi di coronavirus, compresa la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana, la chiusura dei musei e la limitazione dei movimenti tra le regioni. Conte si accinge a un nuovo decreto che chiude anche le sale giochi.  Incassato il voto in Parlamento per il capo del governo si apre una vera e propria corsa contro il tempo per arrivare alla stesura e pubblicazione del nuovo dpcm. Una strada che al momento è tutta in salita tanto che nei capannelli di Montecitorio inizia a farsi strada la possibilità che il testo non veda la luce nemmeno martedì. La riunione della mattinata tra lo Stato e le Regioni ha fatto registrare l'ennesima fumata nera tanto che il governatore del Veneto Luca Zaia aveva bollato l'incontro come "interlocutorio" preannunciando un nuovo round in nottata dopo le conclusioni dei lavori parlamentari.

IL NODO SCUOLA CHE RESTA APERTA IN BUONA PARTE D'EUROPA

Tra i punti più contestati c'è quello della scuola. L'idea del premier italiano è di portare la didattica a distanza al 100% per le superiori. Nella riunione mattutina con i capi delegazione viene confermato l'orientamento ad un coprifuoco nazionale alle 21. Idea però che non convince Italia Viva. Il partito di Matteo Renzi infatti sarebbe per arrivare almeno alle 22 e promette battaglia anche sulla chiusura domenicale dei ristoranti, un'ipotesi che l'esecutivo starebbe valutando per il nuovo dpcm. E proprio nel corso del vertice con i capidelegazione, il ministro Teresa Bellanova avrebbe tenuto il punto definendo la chiusura "un danno gratuito ai ristoratori e alla filiera agroalimentare".

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