Dalla "Parigi del Levante" ai viaggi di Macron post esplosione: storia dei rapporti Franco-Libanesi

Il presidente Macron, prima dell'incontro con l'omologo libanese Michel Aoun, lunedì 31 agosto 2020
Il presidente Macron, prima dell'incontro con l'omologo libanese Michel Aoun, lunedì 31 agosto 2020 Diritti d'autore Gonzalo Fuentes/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Lauren ChadwickAntonio Storto
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La visita del presidente francese non è che il capitolo di un'amicizia secolare: che però, da molti in Libano viene vista come puro "revivalismo coloniale"

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Il presidente francese Emmanuel Macron ha visitato Beirut questa settimana con una mossa diplomatica tesa a promuovere le riforme nel Paese colpito da una profonda crisi.

È la seconda visita di Macron nel Paese dei cedri,  dopo l'esplosione del 4 agosto che ha distrutto gran parte della capitale, uccidendo 190 persone e ferendone migliaia.

Molti si sono chiesti se la visita di Macron possa davvero contribuire a incoraggiare i leader libanesi ad agira sulla malagestione e la corruzione che, per il popolo libanese, sono i primissmi responsabili della crisi economica e dell'esplosione devastante.

Alcuni hanno elogiato la leadership di Macron dopo la sua convocazione di una conferenza internazionale in seguito alla sua prima visita, e insieme ad altri Paesi si è unito allo sforzo per aiutare Beirut ad emergere dopo l'esplosione.

Ma altri hanno criticato le visite di Macron in Libano, sottolineando come riportino alla mente il passato coloniale della Francia. 

Il Libano è un ex protettorato francese e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha definito la visita di Macron uno "spettacolo" di revival coloniale. 

Ma qual è la storia della Francia in Libano e come il ruolo di Macron in questa crisi ricorda i legami storici dei due Paesi?

Una storia di relazioni francesi e libanesi

Dopo la prima guerra mondiale il Libano è stato designato dalla Società delle Nazioni come protettorato francese, con l'obiettivo di farlo diventare, in seguito, uno Stato indipendente, invece che una colonia francese.

Ma l'influenza francese sul Libano era anteriore a quel mandato. Storicamente, era nata da stretti legami con i maroniti, che sono cattolici orientali.

L'ascendente che Parigi esercitava sui maroniti "è legato al fatto che la Francia, allora 'figlia maggiore della Chiesa', esercitava fin dal XVII secolo il dovere di proteggere i cristiani mediorientali legati a Roma, cioè i cattolici", ha dichiarato la storica Sylvia Chiffoleau del Centro nazionale di ricerca scientifica francese ad Euronews.

La Francia sarebbe intervenuta per proteggere i cristiani nel 1860, quando scoppiò la guerra civile tra maroniti e drusi, un ramo minoritario dell'Islam. E per tutto il XIX secolo, molti maroniti divennero francofoni attraverso l'educazione missionaria francese, secondo Chiffoleau.

Tra il 1920 e il 1943, lo Stato del Grande Libano esisteva sotto un mandato francese. Durante questo periodo, divenne la Repubblica Libanese.

Il primo presidente post-indipendenza fu Bechara el Khoury nel 1943, che si oppose all'influenza francese.

Un pezzo importante dell'eredità di quel periodo  sono le scuole francesi, che hanno formato gran parte della classe dirigente e dell'elite del Paese e il governo confessionale che divide il potere tra cristiani e musulmani. 

"Quando la Repubblica libanese proclamò l'indipendenza nel 1943 - ha scritto lo storico libanese Antoine Charif Sfeir sul quotidiano francese Le Figaro -contava sul suo territorio più di 400 scuole francesi, dove si era formata la maggior parte della sua classe politica, economica e intellettuale",

"Strettamente legate alle nuove classi dirigenti del Paese - sottolinea Sfeir - queste scuole si sono gradualmente adattate, reclutando via via più libanesi".

A loro, si dovrebbe la duratura influenza linguistica e culturale francese in Libano".

l'influenza dei leader francesi in Libano dopo l'indipendenza

Dagli anni '50, "i legami tra Francia e maroniti si sono indeboliti" continua  Sylvia Chiffoleau, che insegna storia del Medio Oriente a Sciences Po Lyon. "L'influenza di Parigi nell'area si è affievolita, e la nozione di 'protezione' non esiste più".

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Il primo presidente della quinta repubblica francese a visitare il Paese è stato François Mitterrand, secondo i notiziari francesi. È volato a Beirut dopo la morte di 58 paracadutisti francesi nel 1983 in un bombardamento nella città.

Mitterrand aveva inviato truppe francesi nel Paese come parte di una forza multinazionale di peacekeeping per difendere il Libano, nel pieno di una guerra civile tra cristiani e musulmani che sarebbe durata fino al 1990.

Il presidente francese Jacques Chirac, a sua volta impegnato nel mondo arabo, era molto vicino alla famiglia Hariri, che continua ad esercitare il potere nella politica libanese. Tra i suoi amici più stretti c'è l'ex primo ministro Rafiq Hariri, assassinato nel 2005.

Nel 2019, inoltre, l'ex primo ministro libanese Saad Hariri ha partecipato ai funerali di Chirac a Parigi.

AP Photo
Jacques Chirac, la vedova di Rafik Hariri, Nazek Hariri, al centro, e Bernadette Chirac, a destra, partecipano a una commemorazione di Rafiq Hariri nel 2007AP Photo

Il nuovo premier libanese Mustapha Adib è stato in parte nominato grazie al sostegno del movimento di Saad Hariri e all'accordo con Hezbollah, il partito politico e gruppo militante islamico che detiene seggi nel parlamento libanese.

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Ma questi rapporti sono in gran parte diversi dai legami che per secoli hanno legato i maroniti alla Francia.

"La vicinanza delle élite francesi alle élite libanesi, siano esse cristiane o musulmane - ha detto Chiffoleau - aiuta a nascondere agli occhi dell'opinione pubblica internazionale la realtà di questo Paese, che non è fatto solo di francofoni chic e ricchi, ma di gente per lo più povera di cui non si è mai parlato prima della crisi economica del 2019", 

"Anche i politici francesi - ha detto Aurélie Daher, ricercatrice dell'Università Dauphine di Parigi e specialista di politica libanese - si sono regolarmente mobilitati per il Libano negli ultimi decenni. Macron, per esempio, è intervenuto nel 2017 quando il primo ministro Saad Hariri ha dato le dimissioni durante la sua visita in Arabia Saudita"

"La Francia - aggiunge Daher - è un importante partner economico del Libano e la diaspora verso la Francia è una delle prime per i libanesi"

La seconda visita di Macron in Libano

La prima visita di Macron a Beirut, giorni dopo l'esplosione che ha scosso la città, è stata accolta con la speranza che potesse influenzare la classe dirigente, con una curiosa petizione che è emersa chiedendo che il paese diventasse nuovamente un protettorato francese.

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Ma i critici, al contempo hanno accusarono il Presidente francese di cavalcare la crisi per tornare a esercitare un'influenza nella regione.

La sua seconda visita in Libano è stata, forse anche per questo,  "in gran parte simbolica" e ha incluso un incontro con l'amato cantante libanese Fairouz, al quale ha presentato la Legion d'Onore.

"Libanesi, siete come fratelli per i francesi" ha twittato martedì Macron. "Ve l'ho promesso: Tornerò a Beirut per fare un bilancio dell'aiuto fornitovi durante l'emergenza e aiutarvi a creare le condizioni per ricostruzione e stabilità",

In un'intervista a Politico, Macron ha sottolineato che i prossimi tre mesi saranno cruciali per le riforme, ma che non è suo compito né sua intenzione interferire nella politica libanese. Resta da vedere come la sua influenza potrebbe influire sull'influenza francese nella regione.

"Macron - spiega Daher - può, attraverso la posizione della Francia all'interno della comunità internazionale, partecipare alla pressione che sarà esercitata sul prossimo governo nei negoziati a sfondo economico"

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"Ma quando si tratta di riforme politiche - conclude - in realtà non potrà fare nulla".

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