Dalla rotta dei Balcani a Calais: l'Europa cerca un approccio comune all'immigrazione clandestina

Torna d'attualità l'approccio comune "europeo" all'immigrazione clandestina.
L'Europa è ancora alle prese con la pandemia, ma - secondo i 18 ministri dell'Interno dell'UE che si sono riuniti a Vienna - la pressione dell'immigrazione clandestina rimane alta.
Presenti, il ministro dell'Interno austriaco Karl Nehammer, il collega tedesco Horst Seehofer e i ministri dell'Interno e delle Migrazioni di di Danimarca, Grecia, Slovenia e Repubblica Ceca, nonché i Segretari di Stato di Polonia, Slovacchia e Croazia e le loro delegazioni.
I ministri di altri stati dei Balcani occidentali si sono collegati in video.
Erano presenti anche rappresentanti dell**'EASO** (Ufficio europeo di sostegno per l'asilo), di Frontex (Agenzia europea per le frontiere e la guardia costiera), dell**'ICMPD** (Centro internazionale per lo sviluppo della politica migratoria) e gli ambasciatori di Svizzera e Ungheria.
Nuova impennata di immigrazione
Dopo un calo dovuto agli effetti del Coronavirus nei mesi scorsi, il numero di migranti diretti verso l'Unione Europea, soprattutto attraverso il Mediterraneo orientale, è di nuovo aumentato.
"Abbiamo tre obiettivi comuni"
In una conferenza di due giorni, che si conclude questo giovedi, il ministro degli Interni austriaco Karl Nehammer ha cercato un approccio comune al problema.
Dati Frontex: "passaggi" clandestini in aumento
Secondo Frontex - l'agenzia europea per la gestione delle frontiere - a maggio ci sono stati quasi 4.300 passaggi di frontiera non autorizzati sulle principali rotte migratorie in Europa.
La rotta attraverso i Balcani è attualmente la più attiva.
Manica: operazione congiunta Francia-Regno Unito
Intanto lungo la costa settentrionale francese, a Calais e i dintorni, Francia e Regno Unito hanno recentemente firmato un accordo per la creazione di una nuova unità di intelligence congiunta di polizia, per combattere i trafficanti di migranti e ridurre i numeri sempre piu alti di clandestini che attraversano illegalmente la Manica.