Il governo italiano al bivio sul Recovery Fund

German Chancellor Angela Merkel and Italian Prime Minister Giuseppe Conte
German Chancellor Angela Merkel and Italian Prime Minister Giuseppe Conte Diritti d'autore Tobias Schwarz/AFP or licensors
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Di Giorgia Orlandi
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A giudicare dal piano di stimoli fiscali senza precedenti, sembra che Bruxelles abbia compreso l'appello alla solidarietà di Roma. L'Italia è il Paese più colpito dalla crisi, ma è anche quello che prima dell'epidemia aveva già una delle economie più deboli d'Europa.

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La quota dell'Italia nel recovery fund da 750 miliardi di euro di Bruxelles è destinata ad essere la più grande nella ripartizione tra i Paesi dell'Unione europea, ma il modo in cui il denaro è controllato e la dimensione complessiva della risposta al covid-19 dell'Ue sono le due questioni più dibattute tra gli Stati membri e all'interno del parlamento italiano.

A giudicare dal piano di stimoli fiscali senza precedenti, sembra che Bruxelles abbia compreso l'appello alla solidarietà di Roma. L'Italia è il Paese più colpito dalla crisi, ma è anche quello che prima dell'epidemia aveva già una delle economie più deboli d'Europa.

"L'Italia è l'unico Paese che è passato dall'essere un contributore netto, cioè che avrebbe contribuito con più di quello che riceveva prima, ad essere un beneficiario netto dell'Ue accanto alla Grecia, alla Spagna e ad altri Paesi - spiega Veronica de Romanis, docente dell'Università Luiss di Roma - Da questo punto di vista l'Italia ha già vinto la battaglia. A mio parere penso che l'Italia debba ottenere tutti questi fondi. Ne ha un disperato bisogno".

In vista del summit dell'Ue i principali partiti di governo sono divisi su quali aiuti finanziari il Paese debba ricevere. Diversamente dal Movimento delle 5 stelle, il Partito democratico ritiene che l'Italia debba utilizzare tutti gli strumenti finanziari che sono stati offerti dall'Unione europea. I Dem sono interessati all'ultima proposta del presidente del consiglio europeo, Charles Michel, che ha suggerito agli Stati membri di appoggiare la decisione della Commissione Ue di offrire aiuti finanziari a qualsiasi Paese, utilizzando un sistema di voto a maggioranza.

“L'idea che la decisione sia presa dal consiglio creerebbe problemi e sembrerebbe ‘politica’ anche se il sostegno arrivasse da una maggioranza qualificata degli Stati membri - dice Piero De Luca del Partito democratico - Chiederemo al governo di chiedere che sia la Commissione - come da proposta iniziale - a valutare l'attuazione delle riforme nazionali per avere accesso ai finanziamenti dell'Ue di prossima generazione".

Ma il partito che lotta di più contro la possibilità di nuove regole fiscali imposte da Bruxelles è il Movimento 5 stelle.

"La priorità principale dell'Italia è fare chiarezza - replica Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri del M5S - Non vogliamo dire sì o no a uno strumento finanziario o a un altro.Prima di tutto vogliamo che il quadro sia chiaro e poi sceglieremo quello di cui l'Italia ha bisogno. Quello che temo e quello che tutti temono è che, come conseguenza della crisi, ci sarà un aumento delle tensioni sociali. In queste condizioni non possiamo pensare a un piano di austerità che si aggiunga a quello che è successo nel 2008".

"La Germania ha assunto la presidenza del Consiglio dell'Unione Europea questo mese e nonostante le misure siano urgenti, la Cancelliera, Angela Merkel, ha detto che ci vorrà del tempo per raggiungere un accordo sul Recovery Fund - conclude la giornalista di Euronews, Giorgia Orlandi - E questo perché, come ha sottolineato la Merkel, le differenze rimangono, infatti come possiamo vedere la crisi non ha colpito i 27 Stati membri allo stesso modo".

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