Belgrado: assalto al Parlamento

Belgrado: assalto al Parlamento
Diritti d'autore Darko Vojinovic/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Euronews Agenzie:  Ap, AnsaMed
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Violente proteste in Serbia contro la presidenza di Vucic e la sua gestione dell'emergenza sanitaria

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Quarta notte di violente proteste a Belgrado, contro le misure restrittive del presidente serbo prese per arginare l'emergenza coronavirus. I manifestanti hanno lanciato sassi, bottiglie e razzi contro la polizia che ha bloccato l'assalto al parlamento disperdendo la folla con i gas lacrimogeni

Violenza pilotata?

Secondo alcuni leader dell'opposizione la violenza è opera dei nazionalisti di estrema destra controllati dal governo, con l'obiettivo di screditare le proteste pacifiche. Accusa che il presidente Aleksandar Vucic respinge con forza da Parigi, dove ha partecipato al video-summit sul Kosovo organizzato da Emmanuel Macron e Angela Merkel. Parlando alla tv privata Pink Vucic ha detto che si tratta "in larga parte di gente frustrata, legata a tycoon e a politici senza alcun programma, incapaci di ottenere credito nella popolazione. Gente che mette a rischio la salute propria e quella di migliaia di persone inscenando simili dimostrazioni di piazza nel pieno di una nuova ondata epidemica".

Infiltrati stranieri

Per il presidente in queste proteste ci sono infiltrati stranieri. In effetti tra i 19 arresti della notte c'è un cittadino tunisino. Negli incidenti dei giorni scorsi erano stati arrestati altri due stranieri, uno dei quali israeliano. Per alcuni funzionari serbi le proteste servono per indebolire la posizione di Vucic nei negoziati mediati dall'Unione europea sul Kosovo, ex provincia la cui dichiarazione di indipendenza del 2008 non è riconosciuta da Belgrado.

Troppo potere per Vucic

Le manifestazioni sono iniziate martedì quando il presidente Vucic ha annunciato che Belgrado sarebbe stata sottoposta a un nuovo lockdown a seguito di una seconda ondata di contagi. E sono continuate nonostante la sospensione del blocco. Dietro alle proteste c'è anche il disagio nei confronti della presidenza di Vucic che negli ultimi tre anni ha accentrato molto potere nelle sue mani, mentre prima la presidenza aveva solo un valore rappresentantivo. "Prego le persone, per favore, manteniamo la nostra salute al sicuro. Nessuno prenderà il potere con la forza. Il potere viene dato con le elezioni. Potete protestare quanto volete quando l'epidemia sarà finita", ha cercato di rassicurare Vucic.

Le elezioni del 21 giugno

Dopo aver inizialmente gestito la pandemia relativamente bene, Vucic e il suo governo sono stati accusati di consentire alla crisi di sfuggire al controllo per tenere le elezioni del 21 giugno che hanno rafforzato il suo potere.

Venerdì record di morti

Venerdì 10 luglio, il primo ministro serbo ha annunciato il più alto numero giornaliero di morti - 18 - dall'inizio dell'epidemia nel paese. 386 nuovi casi confermati sono stati registrati nelle ultime 24 ore. Ciò porta il totale a oltre 17.300 casi e 352 decessi da marzo.

Giornalisti feriti nelle proteste

Negli scontri nella notte tra il 10 e l'11 luglio a Belgrado sono rimasti feriti, fra gli altri, diversi giornalisti, fotoreporter e cineoperatori, alcuni colpiti dai dimostranti più violenti, altri coinvolti loro malgrado negli scontri. Due giornalisti dell'agenzia Beta sono stati portati in ospedale con ferite e fratture, vittime di aggressioni sono stati una reporter della Tanjug e una troupe dell'emittente televisiva N1.

Proteste nel resto del Paese

Proteste non solo a Belgrado, ma anche a Nis (sud) e Novi Sad (nord). In questa città i manifestanti hanno tentato di bloccare l'autostrada per Subotica.

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