In quali Paesi europei è consentita la manovra di immobilizzazione che ha ucciso George Floyd?

In questa foto, scattata il 26 maggio 2019, l'arresto di una donna durante una protesta dei gilet gialli a Bruxelles.
In questa foto, scattata il 26 maggio 2019, l'arresto di una donna durante una protesta dei gilet gialli a Bruxelles. Diritti d'autore AP Photo
Di Lillo Montalto MonellaAP
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La morte di George Floyd ha riaperto la discussione sulle tecniche di immobilizzazione delle forze dell'ordine di tutto il mondo. Qual è la situazione in Europa e in Italia

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Tre giorni dopo la morte di George Floyd, schiacciato a terra dal peso di un poliziotto di Minneapolis, a Parigi un altro uomo di colore si è ritrovato sull'asfalto con il ginocchio di un agente sul collo durante un arresto.

Le tecniche di immobilizzazione in cui è prevista la pressione delle ginocchia sui sospetti distesi, in posizione prona, sono utilizzate dalle forze dell'ordine di tutto il mondo e a lungo oggetto di critiche, scrive l'agenzia AP.

La morte di Floyd ha toccato un nervo scoperto non solo in America, in quanto anche in Europa tali manovre sono state al centro di altri episodi di decessi e asfissia. E spesso a farne le spese sono stati soggetti appartenenti a minoranze etniche o a contesti di vulnerabilità sociale.

"Non possiamo dire che la situazione americana ci sia estranea", ha detto il deputato francese di sinistra François Ruffin, che si è battuto per mettere al bando le manovre di blocco a terra a faccia in giù. Il suo progetto di legge è stato messo in stand-by a causa della pandemia di Covid-19.

A suo dire, il cosiddetto plaquage ventral è stato responsabile di 16-17 morti in un decennio, non ultima quella di Cédric Chouviat, un fattorino immobilizzato al suolo a Parigi nel gennaio scorso e morto in ospedale 48 ore per asfissia e frattura alla laringe.

Quanto all'arresto di Parigi del 28 maggio, nei video diffusi in rete si vede un uomo di colore tenuto dagli agenti a faccia in su, con il ginocchio di un ufficiale e la parte superiore della tibia che premono sulla mascella, sul collo e sulla parte superiore del torace.

La polizia si è difesa dicendo che l'uomo guidava sotto l'influenza di alcol e droghe, era senza patente, ha resistito all'arresto e ha insultato gli agenti. Il suo caso è ora nelle mani dei pubblici ministeri.

Come sono addestrati carabinieri e poliziotti in Italia

In Italia hanno fatto molto parlare i casi di Federico Aldrovandi, ucciso nel 2005 da un controllo di polizia a Ferrara (il decesso è stato causato dal "trauma a torace chiuso” provocato dalle “percosse da schiacciamento quando era già ammanettato”), e quello di Riccardo Magherini, nel 2014, morto a Firenze durante un fermo dei carabinieri per arresto cardiorespiratorio "associato ad un meccanismo asfittico".

I protocolli da seguire in fase di arresto sono però chiari, e insegnati dagli istruttori di tecniche operative in apposite scuole di formazione (come quella per la Polizia di Stato a Spinaceto, vicino Roma).

Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Magherini, ma anche delle famiglie Cucchi e Aldrovandi, indica che "le forze dell'ordine italiane conoscono la pericolosità di queste manovre da 20 anni, e sono chiaramente indicate nei manuali [interni] di tecnica di polizia (i cosiddetti PSD). Possono usare queste tecniche di costrizione (ma mai sul collo) e solamente in determinate condizioni limite, ovvero solo per fermati pericolosi che oppongano resistenza violenta all'arresto. É comunque imposta l'immediata sospensione di qualsiasi azione di compressione nel momento in cui l'arrestato viene immobilizzato. A quel punto, ammanettato, il soggetto deve essere messo seduto".

"Dopo i recenti episodi, che hanno messo in luce particolari criticità, sono state messe a punto nuove tipologie connesse al contenimento dei fermati e degli arrestati", fa sapere a Euronews Daniele Tissone, segretario generale del sindacato dei lavoratori di polizia SILP-CGIL. "In alcuni casi, prevedono l'utilizzo di fasce di contenimento in velcro per l'immobilizzazione dei soggetti in stato di elevata alterazione psicofisica".

Sia nel caso della Polizia e in quello dei Carabinieri, i documenti non sono a disposizione del pubblico. Le due forze non hanno risposto alla richiesta di informazioni avanzata da Euronews.

Una circolare dell'Arma dei Carabinieri del 2014 è stata al centro del dibattito processuale per il caso Magherini, oltre che di un'interrogazione parlamentare: emessa due mesi prima della morte dell'ex promessa della Fiorentina ("Aiuto! Aiuto! Sto morendo!", riuscì a gridare prima di spirare), è stata sostituita due anni dopo.

Nella prima, abrogata, venivano evidenziati tutti i rischi connessi ad ogni "forma di compressione toracica", che "può costituire causa di asfissia posturale".

Nella seconda, pubblicata nel 2016, si parla di spray al peperoncino ma "vengono completamente eliminate le avvertenze sul rischio che può provocare l'ammanettamento nella posizione prona a terra", si legge nell'interrogazione parlamentare del senatore Manconi.

Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute, che partecipa all'addestramento sia della Polizia che dei Carabinieri, indica (anche in un video tutorial) che in nessun caso si devono applicare manovre che comportino la compressione delle vie aeree.

Le regole e le procedure della polizia su questo tipo di manovre variano a livello internazionale.

In Belgio, l'istruttore di polizia Stany Durieux dice di rimproverare i tirocinanti e dare loro ammende disciplinari "ogni volta che vedo un ginocchio applicato alla colonna vertebrale". "È vietato anche reclinarsi con tutto il peso su un sospetto, poiché questa tecnica può schiacciargli la gabbia toracica e soffocarlo".

Condannata sia dalla polizia che dagli esperti negli Stati Uniti, la morte di Floyd ha suscitato critiche anche da parte di colleghi all'estero che si sono dissociati dal comportamento dell'agente di polizia di Minneapolis, Derek Chauvin, accusato ora di omicidio di secondo grado (rischia fino a 40 anni di carcere).

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In Israele, il portavoce della polizia Micky Rosenfeld ha detto che "non esiste una tattica o un protocollo che porti a fare pressione sul collo o sulle vie respiratorie".

In Germania, gli agenti hanno il permesso di esercitare una breve pressione sul lato della testa del sospetto, ma non sul collo, rende noto il sindacato di polizia tedesco GdP.

Nel Regno Unito, il College of Policing dice che i sospetti in posizione prona dovrebbero essere messi su un fianco o in posizione seduta, in ginocchio o in piedi, "non appena possibile".

Le indicazioni sul sito web della polizia di Londra scoraggiano l'uso di qualsivoglia costrizione al collo: "qualsiasi forma di pressione sulla zona del collo può essere altamente pericolosa".

A Hong Kong, dove il comportamento della polizia è una questione scottante dopo mesi di proteste antigovernative, le forze dell'ordine della città stanno indagando sulla morte di un uomo che è stato immobilizzato a faccia in giù durante il suo arresto lo scorso maggio. Nelle riprese video, si vedono gli agenti inginocchiati sulle sue spalle, sulla schiena e sul collo.

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AP Photo
La stessa tecnica usata dalla polizia turca a Taksim Square, Istanbul, il 1 maggio 2020AP Photo

Ma anche all'interno di uno stesso Paese le procedure possono variare.

La guida al pattugliamento del Dipartimento di Polizia di New York, lunga centinaia di pagine, dice in grassetto che gli agenti "NON DEVONO" utilizzare manovre di soffocamento e dovrebbero "evitare azioni che possono provocare una compressione del torace, come sedersi, inginocchiarsi, o stare in piedi sul petto o sulla schiena di un soggetto, riducendo così la sua capacità di respirare".

Ma la cosiddetta "presa del dormiente", dove la pressione viene applicata al collo con un braccio, bloccando il flusso di sangue, era invece consentita alla polizia di San Diego prima che la morte di Floyd portasse ad un ripensamento. Il capo della polizia David Nisleit ha dichiarato che avrebbe posto fine alla pratica questa settimana.

In Francia, ai gendarmi viene sconsigliato di premere sul torace e sugli organi vitali dei sospetti a faccia in giù, e non viene più insegnato loro ad applicare pressione sul collo, ha detto ad AP il colonnello Laurent De La Follye de Joux, capo addestratore. "Non c'è bisogno di essere un medico per capire che è pericoloso".

Tuttavia le istruzioni per la Polizia Nazionale, l'altra principale forza dell'ordine, sembrano dare agli agenti più margine di manovra. Pubblicate nel 2015, indicano come la pressione sul torace di un sospetto prono "dovrebbe essere la più breve possibile".

Christophe Rouget, funzionario del sindacato di polizia che ha lavorato con i parlamentari alla proposta del marzo scorso di vietare le tecniche di soffocamento, ha detto che se gli agenti non estraggono l'arma o non utilizzano pistole stordenti, allora immobilizzare le persone a faccia in giù diventa l'opzione più sicura perché impedisce ai sospetti di prendere a calci gli agenti che li arrestano.

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"Non abbiamo 5mila opzioni", ha detto. "Queste tecniche sono utilizzate da tutte le forze dell'ordine del mondo perché sono quelle meno pericolose possibile. L'unica cosa è che devono essere usate bene. Negli Stati Uniti non sono state usate bene, con la pressione applicata nel posto sbagliato e per troppo tempo".

Rouget ha aggiunto che il "vero problema" in Francia è che gli ufficiali non ricevono abbastanza formazione continua, una volta usciti dalle  scuole di polizia. "Bisogna ripeterle spesso per farle bene".

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