Covid-19: ecco come la Russia fa fronte alla carenza di medici

Covid-19: ecco come la Russia fa fronte alla carenza di medici
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Di Cecilia Cacciotto
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Covid-19: ecco come la Russia fa fronte alla carenza di medici mandando (quasi) in prima linea chi ancora medico non è

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Anche la Russia ha l'affanno da Covid-19. L'infezione ha raggiunto la Federazione subdolamente, destandola come fosse colpita da uno schiaffo.

Lunedì aveva registrato 10.633 nuovi casi Covid-19 il numero di casi di contagio in 24 ore più alto dall'inizio del lockdown e quasi il doppio del numero annunciato la scorsa settimana.

Più della metà delle nuove infezioni di domenica si sono registrate a Mosca. Sergei Sobyanin, sindaco della capitale russa, da subito ha pensato che le autorità sanitarie abbiano sottovalutando la situazione e che i numeri complessivi siano molto maggiori rispetto ai dati ufficiali.

Il primo cittadino id Mosca stima che il 2% dei moscoviti sia positivo, ovvero circa 240 mila abitanti della metropoli, contro la cifra ufficiale che parla di 145 mila infettati in Russia.

Anche il bilancio delle vittime ufficiale è messo in discussione: di fronte al bollettino di decessi che oggi è di circa 1.400 casi molti parlano di arrotondamento per difetto.

Anastasia Vasilyeva, segretaria del sindacato Alleanza per i Medici, ha affermato che le autorità stanno classificando come polmonite ordinaria quelli che in realtà sono a tutti gli effetti casi di coronavirus. E questo, stando agli esperti, rende ancora sconosciuta la reale entità del problema in Russia.

E il sistema sanitario del paese è comunque già al fronte e gli ospedali di Mosca lavorano a pieno ritmo, come già visto nel resto del mondo anche qui s stanno organizzando ospedali da campo per far fronte all'emergenza.

Gli operatori sanitari stanno sollecitando il governo e le organizzazioni a fornire più dispositivi di protezione. Scene già viste insomma e anche qui la rabbia sta crescendo: più di 20 ospedali sono stati chiusi dopo che molti medici e infermieri sono risultati infetti.

Fuori dalle grandi città, la situazione è molto peggiore. Le attrezzature mediche sono gravemente carenti, alcuni ospedali hanno meno di cinque respiratori automatici, la terapia intensiva è quasi inesistente.

Studenti e tirocinanti in prima linea

Su invito dello stesso sindaco di Mosca sono stati chiamati in prima linea gli stessi studenti in Medicina, gli specializzandi e i tirocinanti che hanno reagito con estrema generosità.

L'idea era stata lanciata qualche settimana fa dal sindaco di Mosca di fronte alla carenza di personale con cui anche la Russia deve fare i conti.

"Veniamo in ospedale, facciamo quello che dobbiamo fare, gocce, iniezioni. sappiamo che i pazienti ci aspettano e poi arriva il giorno in cui prendiamo servizio e realizziamo che quel paziente di cui ci siamo occupati è stato dimesso".

"Abbiamo acquisito preziose competenze, questo è sicuro e in futuro, saremo orgogliosi di aver partecipato all'eliminazione della pandemia".

L'esperienza in un reparto Covid dal punto di vista professionale è impagabile per i futuri medici, restano però i problemi di sicurezza e di mancanza di materiali, come camici e mascherine.

Alina in collegamento via Skype, (il nome è di fantasia) ci ha detto che "Dobbiamo affrontare un virus altamente contagioso e un'infezione molto pericolosa. Non puoi considerarlo come una semplice pratica di internato. Abbiamo bisogno di garanzie, abbiamo bisogno di garanzie per ottenere mezzi di protezione, perché tutti sentiamo notizie dai nostri colleghi, dai medici che non ci sono sufficienti protezioni anche per chi lavora".

Gli studenti non devono entrare nelle zone rosse, ma la cosa non è comunque rassicurante visto appunto l'equipaggiamento scarso di cui li dota l'ospedale.

Aleksandra è una dei leader del movimento degli studenti di Medicina:

"Siamo letteralmente presi e inviati con l'ordine non dichiarato di colmare le lacune negli ospedali. Questo è un lavoro pericoloso, rischiamo di rimanere infetti, non possiamo credere che si tratti di un semplice tirocinio".

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Eppure, gli specializzandi non possono rifiutarsi, un diniego si tradurrebbe in un voto negativo che potrebbe portare anche a non conseguire il titolo finale.

Risorse addizionali per questo articolo • Galina Polonskaya

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