Allevatori chiedono risorse per far ripartire gli spettacoli, gli animalisti si oppongono: "Spettacolo violento"
La pandemia da coronavirus ha cancellato in Spagna l'apertura della nuova stagione delle corride. Secondo un rapido calcolo fatto dagli attivisti per i diritti degli animalio, grazie ai divieti si sono salvati almeno 120 tori.
Ma se gli animalisti festeggiano, gli allevatori si lamentano: un toro da corrida fa guadagnare almeno 5000 euro, quasi dieci volte di più del valore della sua carne, e ora hanno deciso di rivolgersi al ministero della Cultura, competente in materia di spettacoli, chiedendo un sostegno al settore.
Victorino Martin, dell'associazione degli allevatori, spiega: "Abbiamo solo chiesto l'aiuto che tutti gli spettacoli culturali in Spagna e in Europa chiedono. I promotori organizzano gli eventi, ma in situazioni come quella di adesso le assicurazioni non rispondono".
Risolutamente contrari all'ipotesi si dicono le tante associazioni che da anni si battono per cancellare le corride, definite un macabro e violento spettacolo destinato a concludersi con l'uccisione dei tori.
Aida Gascon Bosh, di Animanaturalis:"Come in Spagna in tutto il mondo gli aiuti pubblici e gli sforzi dei governi dovrebbero essere rivolti alla protezione della salute, del lavoro, allo sviluppo delle piccole imprese e del lavoro autonomo, ad aiutare le famiglie più vulnerabili e garantire i servizi essenziali. Che ovviamente non includono le corride".
La richiesta degli allevatori al governo è una strada tutta in salita. Nel 2015 infatti, il parlamento europeo ha votato un testo che nega aiuti pubblici agli spettacoli che comportino maltramenti agli animali.