Coivid-19: commercialisti al fronte per la tenuta del Paese

Italy Virus Outbreak
Italy Virus Outbreak Diritti d'autore Cecilia Fabiano/LaPresse
Diritti d'autore Cecilia Fabiano/LaPresse
Di Cecilia Cacciotto
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

Coivid-19: commercialisti al fronte per la tenuta del Paese. C'è bisogno di liquidità subito, dice Stefano Ficarelli, per quando le attività produttive riprenderanno. Il governo ascolti le nostre richieste e faccia tesoro dei nostri consigli

PUBBLICITÀ

"Cerchiamo di far fronte a una situazione straordinaria con strumenti ordinari, ma per le imprese italiane, così come per le partite Iva ci vogliono misure straordinarie".

A parlare è Stefano Ficarelli, presidente dei commercialisti della provincia lombarda di Mantova, un gioiello della pianura Padana immersa tra arte, bellezza e operosità.

Da lucidi contabili a quasi psicologi: sostegno anche morale ai clienti

La provincia ospita realtà di eccellenza industriale e agroalimentare, la Marcegaglia da un lato e il consorzio Grana e Parmigiano dall’altro - solo per fare qualche esempio - nel mezzo conta tutta una serie di realtà economiche più piccole, fiore all’occhiello delle pmi italiane.

Foto Ordine commercialisti Mantova
Stefano FicarelliFoto Ordine commercialisti Mantova

“Ci troviamo in una situazione paradossale in cui oltre ad aiutare le imprese a accedere alle nuove misure di sostegno al lavoro, siamo chiamati a dare un supporto psicologico ai nostri clienti”.

Sì, perché se la situazione non si sblocca in fretta si decreta la condanna a morte per almeno il 70% delle piccole imprese mantovane, sostiene Ficarelli. Che trova nelle parole di Mario Draghi il vademecum da seguire per evitare il baratro.

Mario Draghi è stato lucidissimo nell’indicare la via per preservare l’impresa e i lavoratori e soprattutto gli stipendi dei lavoratori che consentiranno di alimentare il sistema Paese portando l’Italia alla restituzione del debito”.

Un debito di cui nessuno chiede la mutualizzazione. “Chiediamo solo le risorse finanziarie per la ripresa, perché altro tasto dolente di questa storia è il giorno in cui le nostre aziende, le nostre attività dovranno ripartire”. Quel giorno le aziende italiane dovranno avere la liquidità necessaria per riavviare i motori.

Covid-19 ha trovato impreparata non solo la sanità italiana. "Sulla scorta di altre esperienze, come per esempio gli eventi sismici, avevamo evidenziato la necessità di normative (sulle imprese e sul lavoro) specifiche da attivare in caso d’urgenza in modo che si prevedano protocolli precisi in caso d'emergenze”.

Invece non è così, e anche i commercialisti in queste ore sono al fronte e lavorano, e tanto, perché si ritorni a una normalità, almeno apparente, al più presto.

“Immaginate farsi largo tra decreti legge, convertiti in legge con le opportune modifiche, i decreti del presidente del Consiglio dei ministri, i decreti ministeriali, le risoluzioni ministeriali, le circolari ministeriali e in questo caso anche le ordinanze regionali. Entrate in conflitto con la normativa statale”. Un rompicapo insomma.

Che sia più facile criticare che fare è una certezza. Non è il momento delle critiche anche per Stefano Ficarelli che fa appello al buon senso di tutti, imprenditori, come sindacati, dipendenti come banche: “E’ emergenza e in questo momento tutto può essere scardinato e tutto deve essere scardinato, dal processo per concedere la Cassa integrazione in deroga alla modulistica per richiedere la moratoria temporanea per i mutui bancari, per fare solo qualche esempio”.

Avevamo previsto l'intasamento del sito dell'Inps

Senza dimenticare l’esercito delle partite Iva che in queste ore vanno a sbattere contro il muro del sito Inps, diventato inaccessibile visto l’invio di un numero esorbitante di singole richieste del bonus da 600 euro. “Prevedendo questo avevamo proposto di affiancare i singoli professionisti come i patronati nell’invio di queste richieste così da farlo in modo massivo, riducendo il numero di accessi al sito stesso”.

Cassandre inascoltate, che oggi provano a alzare almeno la voce.

“Ci sono in questa zona realtà professionali che si sono rese disponibili a fare quello che l’urgenza ci chiede eppure restano ancora e paradossalmente senza risposta: qui in Lombardia e in Emilia ci sono eccellenze tessili, in grado di creare capi di alta moda che attendono ancora l’autorizzazione da non so quale ente per produrre mascherine mentre l’autocertificazione ha subito dall’inizio dell’emergenza a oggi una miriade di modifiche quasi che fosse lo specchio di una burocrazia di ordinaria gestione”.

Non bisogna avere indugi oggi: bisogna adesso derogare alle regole ordinarie per tutelare le attività che garantiscono l’occupazione. Tra le altre misure caldeggiate la sospensione della legge sull’allerta delle crisi aziendali e evitare che le imprese debbano capitalizzarsi con capitale proprio, concedendo prestiti a lungo termine.

“Non possiamo attraversare il deserto con un’auto di serie. Una volta finito Covid-19, perché in Italia non resti solo il deserto, chiediamo che il Governo faccia. E mai come ora il tempo è prezioso. E forse è il caso che ascolti anche noi”.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

"Ricostruire l’Europa", gli obiettivi della conferenza sullo Stato dell'Unione

Brasile, Bolsonaro accusato di aver falsificato le certificazioni Covid

Germania, farmacie sospettate di rivendere il farmaco anti-Covid in Russia e Ucraina