Ma con 100 morti in una settimana, nel paese fioccano le polemiche. Oltre ai paragoni con l'ormai celebre immunità di gregge ipotizzata da Boris Jonson
Mentre con l'avanzare della pandemia, i paesi europei continuano a gettarsi uno dopo l'altro nella corsa alla serrata contenitiva, la Svezia pare proprio decisa ad andare per la sua strada nella gestione dell'epidemia.
Qui l'approccio adottato è radicalmente diverso: nella capitale Stoccolma si possono ancora vedere persone che passeggiano in gruppo, godendosi questo primo spicchio di primavera.
Merito - o "colpa", sarà il tempo a dirlo - del governo guidato da Stefan Löfven, che ha evitato di imporre il lockdown generale come invece hanno fatto vicini di Norvegia e Danimarca, optando piuttosto per una campagna di raccomandazioni al pubblico, che includono il distanziamento sociale e il telelavoro dall'abitazione, esortando parallelamente gli ultrasettantenni ad autoisolarsi.
Ristoranti e scuole elementari sono rimasti aperti mentre gli assembramenti sono stati limitati a 50 persone per volta, ancora abbastanza per uscire con gli amici.
E ora, le autorità sanitarie nazionali sostengono che altri paesi sono stati troppo draconiani.
"Non si possono fare cosi cosi drastiche - dice Anders Tegnell, Epidemiologo dell'Agenzia sedese per la Sanità Pubblica. "Non è possibile tenere le scuole chiuse per quattro o cinque mesi, perché si avrebbero effetti collaterali in troppi ambiti, non ultimo nella sanità pubblica".
Ma con 3.700 casi e oltre 100 morti a partire da domenica - l'approccio è stato accolto con scetticismo da alcune autorità sanitarie. Il Journal of the Swedish Medical Association ha pubblicato un documento di ammonimento sui rischi di questa strategia; mentre Marcus Carlsson, un esperto in modelli matematici applicati all'epidemiologia, in una serie di video pubblicati su youtube, ha avvertito il governo: "non ci sono evidenze scientifiche che un'immunità di gregge possa essere raggiunta in questo modo. State giocando alla roulette russa con la vostra stessa popolazione".
Proprio così: la celeberrima immunità di gregge, ipotizzata dal premier britannico Boris Jonson - che di recente, tra gli sberleffi di mezzo mondo, è finito a letto a smaltire a sua volta un contagio da coronavirus, - rispunta ora dove molti probabilmente se l'aspettavano di meno. Nella progressista, umanitaria e social-democratica Svezia.
Alla storia, come sempre, spetterà il verdetto.