La calma apparente della città di Pechino

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Di Paolo Alberto Valenti
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Un giornaista russo rileva che le abitudini degli abitanti di Pechino non sono molte cambiate dallo scoppio dell'epidemia in provincia

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La Cina si confronta con quella che potrebbe diventare la "madre di tutte le epidemie". Mentre si scopre che il caso iniziale del coronavirus risalga ai primi di dicembre la situazione nella capitale del paese sembra sottocontrollo come conferma il giornalista russo Alexander Kopysov che vive a  Pechino. "Qui non c'è panico - afferma - tutto è come sempre: gli anziani che giocano a scacchi, la gente che fa shopping, c'è calma. Le coppie con i bambini continuano a uscire nelle strade, tutti indossano le mascherine ma questa non è una novità visto la condizione dell'aria: Pechino è invasa dallo smog. Si adopera un'applicazione sul telefonino per essere informati sulla qualità dell'aria. Ogni giorno riceviamo informazioni complete su ciò che accade, quanti morti, quanti infettati, quanti guariscono".

Guerra ad un virus subdolo

Con Wuhan, che è l'epicentro dell'infezione, ci sono almeno altre 12 città dell’Hubei che sono state messe in quarantena e tutti i trasporti pubblici sono sospesi. Misure di isolamento ancora più strette sono state prese per Wuhan: i tunnel sotto il fiume Yangtze sono chiusi e vicino ai ponti sono stati istallati posti di blocco e di ispezione. In realtà sui social si legge che avendo avuto notizia della quarantena molti cittadini delle città coinvolte hanno abbandonato i luoghi prima di restare intrappolati e questo potrebbe essere un veicolo di ulteriore diffusione dell'epidemia.

Il misterioso paziente zero

Intanto "La comparsa dei sintomi nel primo paziente identificato risale al primo dicembre 2019 - si legge sulla rivista scientifica The Lancet - Nessuno dei suoi familiari ha sviluppato febbre né altri sintomi respiratori. Al momento, inoltre, non ci sono legami epidemiologici fra il primo paziente e gli altri casi". Anche per questi elementi subdoli la battaglia al coronavirus non è molto agevole e il problema della Cina è che siamo davanti a un paese formicaio in cui eventi del genere potrebbero veramente scatenare delle "mattanze" epocali. Secondo quando riferito dalla Commissione nazionale per la salute cinese i morti sono circa 80 e i contagiati accertati alcune migliaia. Tutte cifre destinate per ora a crescere.

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