Siria: bombe su Idlib, centinaia in fuga

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Diritti d'autore Immagine: AFPTV
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Di Gioia Salvatori
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Assad irrigidisce l'offensiva contro la provincia siriana ribelle che da mesi cerca di riconquistare

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Raid aerei e bombardamenti, almeno un civile ucciso secondo l'osservatorio siriano per i diritti umani. Succede a Idlib in Siria dove nella giornata di domenica le forze governative hanno intensificato gli attacchi contro la provincia considerata ribelle, che Damasco da mesi cerca di strappare a jihadisti e oppositori; almeno una dozzina i villaggi riconquistati, l'esodo di civili è importante: "La situazione è tragica. C'è un bombardamento pesante, gli aerei da guerra volano sempre", dice uno sfollato che avanza nel mezzo di una lunga carovana di fuggiaschi.

Il clima è freddo e la crisi umanitaria si profila all'orizzonte: il 10 gennaio, salvo sorprese, chi ha lasciato la propria casa si troverà senza aiuti internazionali. Il 20 dicembre, infatti, al consiglio di sicurezza dell'ONU la Russia e la Cina hanno votato contro una risoluzione che avrebbe esteso oltre questa data l'invio di aiuti nella regione. 

2019, l'anno della "reconquista"

2019 per Damasco è stato l'nno della grande campagna contro Idlib: ultima roccaforte restata in mano ai ribelli. La zona è controllata da una miriade di fazioni  tra cui i jihadisti di Al Quaida, principale obiettivo delle bombe di Damasco e Mosca. 

A ottobre il presidente siriano Bashar Al Assad si è recato a Idlib, questo per la prima volta dall'inizio della guerra otto anni fa, questo per dare il segno dell'importanza della missione. 

Ma quali sono le conseguenze di questa battaglia? Come sembre quando ci sono bombe ci sono morti e profughi. Secondo l'ONU sono 2,5 milioni le persone coinvolte e dal palazzo di vetro avevano già avvertito tutti l'anno scorso: la crisi umanitaria è diestro l'angolo. 

Il dramma dei profughi

Mentre i raid su Idlib si infittiscono, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ribadisce la sua posizione: totale chiusura all'accoglienza di altri profughi. "La Turchia non piò fronteggiare una nuova ondata di immigrazione dalla Siria", ha detto chiaro Erdogan questa domenica aggiungendo una minaccia non  nuova per l'Europa "l'Europa ne risentirà se l'onda di violenza nella regione siriana di Idlib non si ferma". Erdogan ha anche dato un numero: dopo i raid delle ultime ore sarebbero 80mila i siriani in fuga dalle bombe russe e siriane.

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