Alla sbarra gli attivisti anti politiche climatiche di Macron

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Di Guillaume Petit
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E' iniziato il processo d'appello per i sei militanti pro clima, che tolsero i ritratti del presidente francese da un ufficio pubblico vicino a Lione

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Quando i sei attivisti sono arrivati al tribunale di Lione, in Francia, un comitato di sostegno li aspettava. Di età compresa tra i 36 e i 63 anni sono stati citati in appello, per aver tolto dalla parete di un municipio nel dipartimento dell'Ain, il ritratto ufficiale di Emmanuel Macron, accusato di non fare abbastanza per il clima. A maggio cinque dei sei hanno preso una multa da 500 euro, con la sospensione della pena. Il sesto, 250 euro. Il pubblico ministero ha fatto ricorso, per ottenere una pena maggiore. Tuttavia, gli avvocati della difesa hanno invocato il cosiddetto "stato di necessità". Gli imputati avrebbero agito per sensibilizzare sul cambiamento climatico.

Attivisti: "Dobbiamo fare di più per il clima"

"C'è carenza d'acqua in tutto il mondo, c'è la siccità in Europa, che crea enormi problemi agli agricoltori. Abbiamo fatto molto a livello locale, cerchiamo di fare qualcosa ogni giorno, ma non basta, dobbiamo fare di più", dichiara ai nostri microfoni uno degli imputati, Jean-Marie Roche.

Per gli attivisti l'emergenza climatica ha bisogno di nuove forme d'azione non violente, volte a sensibilizzare sul tema. E conoscono bene i rischi di quel gesto, ma non rimpiangono di averlo fatto.

"Il presidente francese ha istituito l'Alto Consiglio per il clima, che ha stilato un rapporto. La conclusione è chiara: c'è un grande divario tra gli obiettivi del governo e ciò che è stato effettivamente fatto", spiega il direttore del Centro nazionale di ricerca scientifica CNRS, Christophe Cassou.

Verdetto a gennaio 2020

Dalla loro condanna in primo grado, è arrivata una buona notizia. In un altro processo, sempre a Lione, due militanti sono stati assolti. Ma per il momento restano i soli. Questi sei attivisti dovranno aspettare fino al 14 gennaio per il verdetto d'appello. Sarà una lunga battaglia, per queste sei persone. Ma non sono le uniche. Ci sono già 20 processi in corso e più di 50 persone sono state convocate in tribunale

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