Greta contro tutti: un summit sul clima straordinario con risultati quasi banali

Greta contro tutti: un summit sul clima straordinario con risultati quasi banali
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Di Cecilia Cacciotto
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Meno male c'era Greta che con la sua passione e la sua forza ci ha detto ancora una volta che le politiche ambientali varate finora non bastano. All'Onu arriva l'impegno ambientale dei paesi in via di sviluppo

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Essere i grandi della terra e sentirsi piccoli  di fronte al coraggio e alla passione della giovanissima Greta Thunberg che con la sua arringa feroce a favore del pianeta ha fatto impallidire anche i piani ambientali più ambiziosi.

Le parole di Greta sono destinate a restare nella storia e a pesare sulla coscienza di chi ha il potere di cambiera le cose:  "Tutto questo è sbagliato: non dovrei essere qui, dovrei essere dall'altra parte dell'oceano a scuola. Volete speranza da paret nostra, ma come osate, siamo all'inizio dell'estinzione della nostra specie e voi non sapete parlare altro che di soldi e favole sull'eterna crescita economica. Come potete?

"This is all wrong. I shouldn't be up here. I should be back in school on the other side of the ocean. Yet, you all come to us young people for hope. How dare you? .. We are in the beginning of a mass extinction. And all you can talk about is money and fairy tales of eternal economic growth. How dare you."
Greta Thunberg nel discorso di apertura al vertice straordinario sul clima dell'Onu

Non doveva esserci, ma poi ha fatto una comparsata, Donald Trump, il cui scetticismo sugli effetti devastanti del cambiamento del clima non aiuta. A fargli eco, gli illuminati della comunità internazionale che cercano di correre ai ripari,  il Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, aveva chiesto ai leader mondiali di arrivare al summit con un piano concreto per ridurre le emissioni di CO2 per avere diritto di parola.

Si è inserito su questa scia, l'intervento del presidente francese Emmanuel Macron che ha dichiarato di voler interrompere tutti i rapporti commerciali con i Paei che non seguiranno l'accordo di Parigi sul clima.   "Non possiamo dire di sostenere la lotta contro i cambiamenti climatici, per la biodiversità, e tuttavia continuiamo a finanziare infrastrutture in altri paesi che inquinano, aumentano le emissioni di CO2 e contrastano con i nostri impegni".

A metà strada tra l'essere virtuoso e conservatore è l'India di Nerendra Modi che ha annunciato forti investimenti nelle energie rinnovabili senza rinunciare al carbone. Mantre la Cina resta il primo Paese inquinante al mondo ma va comunque fiera dei grandi progressi fatti che tutti riconoscono.

Fatta eccezione per il mega piano tedesco annunciato alla vigilia del vertice, solo 70 nazioni, la maggiorparte paesi in via di sviluppo e che producono circa il 7% dei gas a effetto serra, si sono impegnate a sforzi considerevoli per il 2020.

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