Belgrado, un carro armato davanti allo stadio Marakanà riaccende odi mai sopiti

Belgrado, un carro armato davanti allo stadio Marakanà riaccende odi mai sopiti
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Di Simona Zecchi
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La scelta non è piaciuta alla vicina Croazia, che considera il tank un simbolo dell’assalto delle forze serbe nella città croata di Vukovar, assediata dalle milizie jugoslave durante la guerra del 1991.

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A Belgrado un carro armato è stato esposto davanti allo stadio della Stella Rossa, che era impegnata nella partita di ritorno con gli svizzeri dello Young Boys per la qualificazione nella fase a gironi della Champions League. Un T55 acquistato in un deposito militare e appartenente al vecchio esercito jugoslavo.

La scelta non è piaciuta alla vicina Croazia, che considera il tank un simbolo dell’assalto delle forze serbe nella città croata di Vukovar, assediata dalle milizie jugoslave durante la guerra del 1991. L'esposizione davanti allo stadio Marakanà, come viene anche chiamato lo stadio belgradese, arriva poi pochi giorni dopo il verificarsi di un'aggressione a Knin, il luogo dove proprio all'inizio degli anni novanta la locale popolazione serba, appoggiata da Belgrado, si ribellò alla dichiarazione di indipendenza di Zagabria dalla Federazione jugoslava  - ormai scatola vuota - dando inizio al conflitto armato protrattrosi sino al 1995 con un bilancio di migliaia di morti e distruzioni.

Il governo parla di semplice esposizione e il ministro dell'interno, Nebojsa Stefanovic, è intervenuto in proposito, affermando che non "si tratta di qualcosa che assomiglia a un carro armato, e che in nessun modo può costituire una minaccia per le persone".

Tensione sportiva e tensione politica sembrano così rincorrersi nei Balcani dove odi e reciproche diffidenze non sono ancora del tutto superati.

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