Islanda: il mistero delle balene spiaggiate

Islanda: il mistero delle balene spiaggiate
Di Vincent Coste
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Circa 50 cetacei si sono arenati venerdì scorso nel sud-ovest dell'isola. Il 18 luglio erano state ritrovate nella stessa zone le carcasse di altri 50 esemplari

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È un mistero anche per gli esperti. Circa 50 balene pilota si sono arenate venerdì scorso nel sud-ovest dell'Islanda. Un'operazione di salvataggio ha portato alla liberazione di circa 30 cetacei ma, nonostante gli sforzi dei soccorritori, 20 esemplari sono morti.

Questo arenamento di massa è avvenuto 15 giorni dopo una precedente scoperta di 52 cetacei trovati morti nella stessa zona dell'isola. Un fenomeno per cui gli esperti non hanno ancora trovato una spiegazione.

Le balene si sono arenate nella regione di Garður, non lontano dall'aeroporto internazionale islandese di Keflavik, a circa 50 chilometri dalla capitale Reykjavik.

Decine di volontari di una squadra locale di ricerca e soccorso si sono alternati per tutta la notte per tenere i cetacei bagnati in attesa dell'alta marea.

Elva Tryggvadottir, che ha guidato le operazioni, ha spiegato che i soccorritori sono stati assistiti da un biologo marino e da un veterinario, che erano presenti sul posto e hanno fornito preziosi consigli sulla procedura da seguire. 

"Grazie all'aiuto di questi specialisti - ha detto - abbiamo imparato a comportarci in presenza delle balene. Non è qualcosa che facciamo normalmente, è stata un'esperienza nuova per tutti noi. Si sentivano le balene respirare e si vedevano i loro movimenti. Abbiamo portato coperte e asciugamani. Avevamo anche pompe dell'acqua per innaffiare gli animali con acqua di mare".

Verso le 8 del mattino di sabato gli ultimi cetacei salvati sono stati in grado di tornare in mare aperto.

Quello di venerdì scorso è il secondo episodio nel giro di due settimane. Il 18 luglio le carcasse di altri 52 esemplari di balena pilota sono stati ritrovati su una spiaggia nella costa occidentale dell'Islanda.

Le balene pilota - conosciute anche come globicefali - appartengono ad una specie abbondante nell'Atlantico, stimata tra 500.000 e 800.000 esemplari. Sono particolarmente vulnerabili quando si avvicinano alla costa per cacciare le loro prede e le acque costiere sono poco profonde.

Le cause degli ultimi spiaggiamenti restano però un mistero. Alcune teorie, ha spiegato Gisli Vikingsson del Reykjavik Marine Research Institute, suggeriscono l'interferenza dei campi magnetici, altre il ruolo centrale svolto da un esemplare dominante all'interno del gruppo, a cui gli altri esemplari si accoderebbero.

La biologa marina Edda Magnusdottir, intervistata dall'emittente radiotelevisiva islandese RÚV, ha suggerito che le balene erano probabilmente alla caccia di una banco di sgombri vicino alla costa quando si sono arenate.

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