Kazakistan, Tokaïev: "Proteste illegali, ma risolveremo i problemi della gente"

Kazakistan, Tokaïev: "Proteste illegali, ma risolveremo i problemi della gente"
Di Euronews
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All'indomani delle proteste di piazza seguite alle presidenziali in Kazakistan, il Presidente eletto con il 70% dei voti ha parlato in esclusiva con Euronews

Kasym Jomart Tokaïev è stato eletto Presidente del Kazakistan, in sostituzione di Nursultan Nazarbayev, dimessosi alla fine di marzo dopo aver guidato il Paese per quasi tre decenni.

Tokayev è stato ospite di Euronews in Global conversation.

- Il rapporto dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) parla della violazione delle libertà fondamentali durante le elezioni, di brogli elettorali e dell'impossibilità di garantire che il conteggio dei voti fosse giusto: ha in mente di opporsi ai risultati di questo rapporto?

"Sono state create tutte le condizioni per tenere libere elezioni - dice Tokaïev - ammetto che ci sono state violazioni in alcuni seggi elettorali, ovviamente ci sarà un'analisi dettagliata, se tutto ciò sarà confermato saranno prese adeguate misure".

- Il mondo intero ha visto le immagini delle proteste nel giorno del voto, c'erano centinaia di detenuti per i quali queste elezioni non sono state democratiche: qual è la sua posizione riguardo agli arresti?

1"La gente è scesa in piazza a protestare, ora siamo al lavoro per analizzare le loro richieste, che sono di natura sociale: il mio compito è analizzare queste richieste, ascoltare le persone che sono scese in strada, penso sia necessario stabilire un dialogo tra le autorità e le persone, a tal fine ho creato un Comitato per la fiducia pubblica".

Kazakh Spring

- E che dire di quelli che non sono soddisfatti della transizione del potere, sulla base di quanto hanno visto negli ultimi mesi? Queste persone erano anche nelle strade...

"Per quanto riguarda la transizione del potere, io so che non ci sono state serie denunce contro le autorità, la parola transizione è inaccettabile, non mi considero un passeggero in transito, non ho intenzione di cambiare aereo o treno, io sono un Presidente eletto e servirò tutte le persone, senza eccezioni".

- So che ha un account twitter, forse sa che gli hashtag #WakeUpKazakhstan e # Kazakh Spring sono diventati molto popolari ultimamente: le proteste dopo le elezioni non sono finite, lei ravvede un rischio di crescita del movimento di protesta? E quale sarà la strategia per avversare coloro che si oppongono?

"La nostra strategia è costruire un dialogo, il movimento appena menzionato è rappresentato principalmente da giovani creativi, la priorità della mia politica è quella di attirare i giovani al potere verso la soluzione di questioni di importanza nazionale: naturalmente, i rappresentanti di tutti questi movimenti saranno invitati a risolvere i problemi a una tavola rotonda e non nelle strade, in un'atmosfera di agitazione e caos.

- Quindi le proteste nelle strade saranno soppresse?

"Tutto ciò che è illegale verrà naturalmente fermato, l'ufficio del Procuratore generale ha ripetutamente avvertito dell'illegalità di tali incontri nelle strade - manifestazioni non autorizzate, rivolte - perché interferiscono con persone che non vogliono partecipare a tali azioni: pertanto, verrà sviluppata una legge, le persone che vogliono partecipare ed esprimere la propria opinione contatteranno le autorità competenti e verranno indirizzati in un luogo idoneo dove radunarsi e dire la loro".

- Torniamo alle persone arrestate, cosa ne sarà di loro?

"Ho incaricato il Procuratore generale di affrontare questo problema nello specifico, se ci sono persone tra i detenuti che hanno commesso misfatti che non causano gravi danni alla sicurezza pubblica, ovviamente saranno rilasciati il ​​prima possibile, è stato detto che delle persone si trovavano lì per caso: ci scusiamo con loro, verranno rilasciati rapidamente, questo problema sarà risolto".

- E cosa accadrà a quelli che hanno detto che le elezioni non erano giuste?

"Ovviamente, saranno rilasciati, a fronte del loro pensiero: io, ad esempio, credo che in buona sostanza le elezioni siano state corrette".

La Russia è necessaria

- Il 4 aprile, due settimane dopo essere diventato Presidente, è volato in Russia per incontrare Vladimir Putin, riprendendo il pensiero di Nazarbayev secondo il quale le relazioni tra Russia e Kazakistan sono un classico: Putin l'ha invitata? Perché è andato in Russia? Le ha chiesto di fornire delle garanzie?

"Il fatto che io abbia compiuto la mia prima visita all'estero in Russia, su invito del Presidente Putin, è logico, dal momento che siamo uniti - non certo divisi ma uniti - dal più lungo confine del mondo: abbiamo avuto ottimi negoziati a Mosca, trattative significative, abbiamo sottoscritto dichiarazioni congiunte.

A proposito di garanzie, naturalmente il Presidente della Federazione russa non me ne ha chieste, dal momento che esiste una comprensione reciproca circa la necessità di accrescere questa cooperazione: ritengo la Russia assolutamente necessaria per il Kazakistan, in qualità di grande Stato limitrofo, membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, tuttavia senza il Kazakistan anche la Russia sarebbe in qualche modo diversa".

- Come vede il futuro delle relazioni strategiche con l'Europa? E quali sono gli aspetti principali di queste relazioni?

"L'Unione Europea è il principale partner commerciale del Kazakistan, il volume degli scambi è stato pari ad oltre 37 miliardi di dollari, più della metà del nostro fatturato commerciale, quindi la priorità della cooperazione con l'Unione è assolutamente ovvia: il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, è stato qui di recente, abbiamo avuto buoni negoziati, in linea di principio abbiamo chiarito le aree principali, sono molto ottimista su questa cooperazione.

Anzitutto, cooperazione commerciale ed economica, investimenti, il dialogo sul partenariato strategico in ambito internazionale e la messa a frutto dell'esperienza di Paesi europei sviluppati in termini di trasformazione politica della società".

La vicina Cina

- La Cina e gli Stati Uniti sono in uno stato di guerra commerciale, il Kazakistan occupa una posizione strategica sulle rotte commerciali cinesi che fanno parte della "Nuova via della seta", intravede qualche rischio per l'economia del Kazakistan?

"Ci sono dei rischi, siamo preoccupati per la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, dal momento che il Kazakistan è un importante esportatore di una serie di risorse naturali verso la Cina: i prezzi dei prodotti kazaki potrebbero crollare, è il rischio principale, quindi auspichiamo che prima o poi la Cina e gli Stati Uniti raggiungeranno un accordo reciproco.

Conosco la psicologia dei leader cinesi e del popolo cinese, penso che questo compromesso sarà raggiunto".

- In quanto cultore della sinologia, lei parla cinese: quale consiglio può dare a Donald Trump?

"Quello di non mettere i cinesi in un angolo, perché per i cinesi salvare la faccia è di fondamentale importanza".

- La sua prima decisione è stata quella di cambiare il nome di Astana, rinominandola Nursultan: Nazarbayev è un leader esistenziale per la Nazione, nonché leader del Partito di Governo Nur Otan.

_Come intende procedere, lo incontrerà regolarmente?
_

"Per quanto riguarda Nazarbayev, è il fondatore del nostro Stato e in sostanza è rimasto in politica, ritengo necessario consultarsi con lui sulle principali questioni strategiche, il che è una mia consietudine: lo stesso Nazarbayev ha affermato che non c'è un doppio potere in Kazakistan, lui è andato via ma aiuterà il Presidente, per quanto tempo dipenderà da lui".

- Quanto tempo gli è servito per scegliere chi avrebbe occupato la sua poltrona? Ne è a conoscenza?

"Tre anni e mezzo fa, mi ha detto: 'Sarai il prossimo Presidente': era una questione di tempo, bastava scegliere il momento giusto".

- Non aveva dubbi sul fatto che sarebbe stato scelto?

"I dubbi rimangono sempre, ma non sono entrato in politica dalla strada, ero Primo Ministro, ho diretto il MInistero degli Affari esteri per 10 anni e per altrettanti sono stato Presidente del Senato: per quasi tre anni ho diretto l'ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra: la maggior parte delle persone mi conosce, sia in Kazakistan che all'estero".

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