In una campagna elettorale monopolizzata dalla questione catalana, gran parte degli spagnoli ha dichiarato che deciderà chi votare solo all'ultimo momento
Ultime ore di campagna elettorale in Spagna, che questa domenica torna alle urne per la terza volta in tre anni e mezzo. Un voto anticipato, dopo la crisi di governo avviata dagli indipendentisti catalani che hanno ritirato l'appoggio al premier socialista Pedro Sánchez a inizio anno.
Proprio la questione catalana ha monopolizzato il dibattito politico. Negli ultimi mesi a Barcellona e Madrid sono state numerose le iniziative di piazza, in solidarietà ai leader indipendentisti, in carcere dopo il referendum del 2017. Un unicum della sfida elettorale è quella di avere un candidato premier detenuto, Oriol Junqueras, capolista della Sinistra repubblicana catalana che da un anno e mezzo è ristretto nel carcere di Lledoner.
Risultato in bilico
Un appello al voto utile è arrivato dal primo ministro uscente Sánchez, che i sondaggi danno al 30%, con dieci punti di distacco dagli avversari ma comunque ben lontano dalla maggioranza in Congresso. Dopo essersi tenuto alla larga da qualsiasi riferimento a future alleanze, a 24 ore del voto ha aperto a Podemos, il partito anti austerity guidato da Pablo Iglesias, che però è ormai lontano dal 20% delle Europee 2015.
Nel centrodestra la situazione è più frammentaria. Pablo Casado, l'uomo del rilancio del Partito Popolare dopo l'addio alla politica di Mariano Rajoy, ha condotto una campagna tutta contro il presidente Sanchez, ma la sua vera sfida sarà arrestare l'emmorragia di voti verso l'estrema destra o l'emergente Ciudadanos, partito antinazionalista e liberale guidato da Albert Rivera.
Incognita Vox
Incognita di queste Politiche è Vox, formazione sovranista che alle ultime regionali in Andalusia ha sfiorato l'11% e che ora potrebbe esordire al Congresso, primo partito di estrema destra dalla caduta del franchismo. Centralismo statale, chiusura all'immigrazione e difesa della cultura spagnola sono i cardini del programma del suo leader Santiago Abascal, che ispirandosi a Trump vuole un muro intorno alle enclavi spagnole in nordafrica.
Dopo una campagna dai toni accesi, in cui le proposte concrete sono rimaste spesso sullo sfondo, la maggioranza dei cittadini ha già dichiarato che deciderà all'ultimo momento.