L'Iran non ha davvero accusato l'Arabia Saudita per l'invasione "biblica" delle locuste

L'Iran non ha davvero accusato l'Arabia Saudita per l'invasione "biblica" delle locuste
Diritti d'autore Foto di Charles J Sharp, CC BY-SA 4.0
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Di Lillo Montalto Monella
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La piaga, già biblicamente scatenata contro il Faraone d'Egitto, minaccia ora il sud dell'Iran. Secondo il Corriere, l'Iran accusa Riad: "Non hanno fatto nulla per bloccare" gli insetti. Abbiamo chiesto alla redazione persiana: le cose non stanno proprio così.

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Come la piaga biblica che flagellò l'Egitto del Faraone: un'invasione di cavallette [sta mettendo a rischio](il Corrie Tehran accusa il grande nemico storico, l'Arabia Saudita, per l'invasione dell'ortottero infedele sunnita.) il raccolto di pistacchi e barbabietole dell'Iran.

In un pezzo che arriva a citare il profeta Geremia, il Corriere della Sera scrive che Tehran accusa il grande nemico storico, l'Arabia Saudita, per l'invasione dell'ortottero infedele sunnita. La grave colpa dei sauditi, secondo l'Iran, sarebbe stata quella di non averne impedito il transito deliberatamente.

Tutto vero? In parte. Corrisponde a realtà il fatto che la più grave invasione di sciami di locuste negli ultimi 40 anni sta creando problemi alle regioni del sud dell'antica Persia. Le locuste arrivano da Sudan ed Eritrea, dove nello scorso febbraio si sono formate le legioni di di insetti che a metà gennaio erano già a sud della Mecca.

La parte da prendere con le molle riguarda la dichiarazione di un certo Said Moeini su cui si basa tutto l'articolo. "Da Riad hanno permesso che milioni di locuste si dirigessero verso il nostro Paese sapendo che gli sciami avrebbero raggiunto noi, non hanno fatto nulla per bloccarli". 

Il Corriere scrive che Moeini sarebbe direttore generale del ministero dell’Agricoltura iraniano. Abbiamo chiesto ai nostri colleghi della redazione persiana: in realtà Moeini è un dirigente di un dipartimento del Ministero, quello preposto al controllo dei parassiti e alla protezione delle piante. I toni sono stati più moderati di come sembra (il succo è: l'Arabia Saudita poteva fare di più per fermare le cavallette) e non sono arrivate accuse dirette dalle alte sfere del governo iraniano, né tantomeno dal Ministero. Le opinioni di un funzionario di medio livello, niente più. Qui le sue dichiarazioni, in lingua originale.

Tornando alle locuste di certa provenienza meridionale, le autorità iraniane sono preoccupate anche per le arnie dove si produce il miele, molto consumato nel Paese. L'emergenza dura ormai da 10 settimane e gli insetti si sono spinti fino a 200 km dalla linea costiera.

Nel 2003-2005, 12 milioni di ettari in Africa occidentale hanno dovuto ricorrere a misure di contrasto per un costo complessivo di circa 750 milioni di dollari.

Secondo la FAO, agenzia delle Nazioni Unite, le abbondanti pioggie dell'autunno scorso nei paesi africani hanno fatto sì che la popolazione di cavallette aumentasse esponenzialmente. Le orde di insetti, che possono volare fino a 150km al giorno seguendo il vento, si sono dirette col passare delle settimane verso nord. 

Ogni locusta è in grado di consumare un quantitativo di cibo pari al proprio peso: "Un piccolissimo sciame mangia in un giorno tanto quanto 35mila persone, rappresentano una minaccia devastante per le colture e la sicurezza alimentare", scrive l'agenzia Tasnim.

Il rischio, scrive Reuters, è che ora la piaga biblica punti dritta verso India e Pakistan. Si spera che l'invasione di cavallette non contribuisca ad esacerbare ulteriormente l'animo di qualche funzionario pubblico anche da quelle parti.

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