In Baviera, il progetto eco-friendly che usa l'acqua calda scaricata da una cartiera per riscaldare il terreno, che produce così più asparagi e prima. A un costo però non indifferente...
No, ma davvero sareste pronti a pagare di più per proteggere l'ambiente? Perché, checché ne dicano i ripetuti sondaggi del pensiero eco-compatibile, noi non ci crediamo. E poi avete protestato per i cinque centesimi dei sacchetti biodegradabili, e dovremmo credere che accettereste di buon cuore di pagare una ventina di euro per un kilo di asparagi bianchi?
Eppoi non è nemmeno tempo di asparagi: lo sanno tutti che il... no, non è un frutto che mangiamo, è una parte della pianta che viene chiamata turione ed è la parte epigea, cioè quella che sporge dal suolo. Ecco, i preziosi turioni di solito sono pronti a fine marzo, non un mese prima.
E invece no: i tedeschi, come il demonio, una ne pensano e cento ne fanno. O il contrario.
"La cosa particolare di questo posto - dice Christoph Neumeier, l'ingegnere agricolo incaricato della gestione del progetto - è che possiamo usare le acque di scarico della cartiera qui accanto. Con quelle possiamo scaldare il terreno a 18 gradi e mezzo, e quindi possiamo già raccogliere adesso i primi asparagi".
Ed ecco quindi svelato l'arcano: il campo, che frutterebbe normalmente circa 350 tonnellate di asparagi in una fase più tardiva, ne produce di più e prima. E se non producesse di più non varrebbe nemmeno la pena di accendere i macchinari per il riscaldamento, perché tutto questo ha un costo enorme.
A partire dall'investimento iniziale: oltre tre milioni e mezzo di euro e tre anni di lavoro.
Ora i 27 ettari qui a Stephansposching, in Baviera, rendono. Ma perché rendano abbastanza bisogna anche far salire il prezzo al consumo degli asparagi, che vanno sul mercato tra i 18 e i 22 euro al kilo.