Il Brunello stappa il 2018

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A Montalcino, il Brunello 2018: un'annata classificata a quattro stelle (su cinque), e un confronto Italia-Francia che, su scala mondiale, resta estremamente serrato. Il rosso toscano si orienta sempre più verso Est, con il 70% della produzione riservato all'export

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Eleganza e creatività per i vini francesi, tradizione e convivialità per quelli Italiani: il confronto Italia-Francia è stato uno dei momenti topici in Benvenuto Brunello, l'evento che lancia l'annata 2018 a Montalcino e che ha avuto un'anticipazione a fine gennaio a New York.

È il rapporto Nomisma Wine Monitor a dare le dimensioni della gara mondiale tra i primi due produttori mondiali di vino, seguiti da Spagna e Stati Uniti: si scopre così che nella percezione dei consumatori statunitensi il vino francese è più elegante e quello italiano più tradizionale, ma anche più conviviale. Percezione forse condizionata dal prezzo: i rossi francesi vengono esportati intorno ai 6 euro al litro, contro i 4 e mezzo dei rossi italiani. E per i DOP, i francesi sono poco sopra i nove euro mentre gli italiani restano a cinque e mezzo. Non a caso i francesi sono i primi esportatori mondiali in valore, mentre gli italiani sono primi per superfici coltivate, oltre che per volume dell'export.

"La cosa sicura è che in Francia non si fa vino ovunque. Vuol dire che quando sei in Bretagna, per esempio, se vuoi prendere un buon vino hai bisogno di comprare un vino fatto a cinquecento km di distanza", ha spiegato Jerome Gautheret, corrispondente di Le Monde, al quale ha fatto eco Federico Quaranta, noto conduttore RAI, con toni per la verità un po' sciovinisti, di uno sciovinismo che avremmo piuttosto attribuito ai francesi:

"I vini rossi francesi sonno seppelliti dai vini rossi italiani. È esattamente come il caso dello Champagne: se noi togliamo Champagne, tutte le altre bollicine in Francia non esistono, e invece in Italia ci sono".

In questo contesto il Brunello e le altre denominazioni di Montalcino hanno il loro peso, perché il 70% della produzione è destinato all'export. E il Brunello punta molto sull'estremo oriente, Cina e Giappone in particolare, mercati nei quali i vini francesi, prezzati e apprezzati, stanno perdendo terreno.

Veloce nella vita, lento come si deve nella degustazione, al varo dell'ultima annata ha preso parte anche Alex Zanardi: come da tradizione - una tradizione che dura ormai da 27 anni - ha proposto la sua piastrella, che è stata incastonata nel muro, quella specie di hall of fame di Montalcino, dove da ora la piastrella di Zanardi trova posto accanto a quelle di Sting, Salvatore Ferragamo, Tadashi Agi e delle altre personalità invitate di anno in anno.

E, detto per inciso, il 2018 è un'ottima annata: a quattro stelle.

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