La sinfonia industriale di Genova

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Di Paolo Alberto Valenti
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Grazie al prezioso fondo cinematografico della Fondazione Ansaldo di Genova Euronews ha potuto ricostruire in breve il percorso infrastrutturale che culmin`ò con la sopraelevate e l'Autostrada dei Fiori, dal 1935 al boom economico e oltre

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Il 2018 è l'anno in cui Genova è rimasta a picco sul vuoto. Il dramma del Ponte Morandi segna la fine di una stagione con cascami i cui effetti si percepiranno per anni.

Grazie alle immagini della Fondazione Ansaldo di Genova  euronews cerca di ridarvi l'idea di quella che era la città nel momento delle grandi opere infrastrutturali dedicate alla viabilità negli anni Cinquanta e Sessanta.

Inaugurato nel 1967 il Morandi rappresenta per certi versi l'apice di un imponente sviluppo industriale partito nel 1935 (fatta salva la tragica pausa della guerra) con la realizzazione dell'Autocamionale Genova - Valle del Po, che di fatto è stata la prima "autostrada" italiana. Si trattava di un'arteria ad una sola carreggiata che collegava il porto del capoluogo ligure con Serravalle. La peculiarità di quest’opera fu che per la prima volta venne predisposta un’ampia area sosta (al casello di Genova) con bar, parcheggi e servizi.

La mobilità di massa del dopoguerra

Solo nel dopoguerra, col boom economico, arriva la mobilità di massa. Iniziano a cambiare i parametri per pensare e costruire le strade. Genova era al vertice del triangolo industrale italiano (l'epoca in cui esisteva ancora una vera politica industriale nazionale) ed era stata per lungo tempo la prima città industriale del paese.

Le strade fatte dai ponti in una regione "senza terra"

Il concetto della strada sopraelevata anche in città diventava importante. Così nell'agosto del 1965, due anni prima del Morandi, venne inaugurata la superstrada fatta di campate d' acciaio che legava il levante al ponente di Genova.

Certo le facciate delle case affacciate sul mare venivano messe in ombra, confinate dietro il mostro d'acciaio e asfalto. La sopraelevata rappresentò un'accelerazione nel viaggio urbano e consentiva di raggiungere più facilmente la rete autostradale in espansione. Le nuove strade dovevano anche essere anche un asset maggiore per il porto e i suoi traffici.

La città erede dell'antica marineria veniva ancora celebrata da un documentario del regista ligure Giuliano Montaldo : "GENOVA, RITRATTO DI CITTA'".

La "fame" di terra

Si dice che fu la fame di terre a spingere i liguri nei secoli verso l'avventura sul mare, la lama della vanga che aveva modellato le colline diventava quella della chiglia. E intanto il loro porto diventava il volano di una potenza che generò grandi navigatori. Campione su tutti quel Cristoforo Colombo, scopritore del nuovo mondo, che è diventato icona di Genova.

Le case che ha abitato sono le tappe del percorso turistico cittadino nel quale ci guida ancora il film di Montaldo.

Genova specchio del paese

Patria di aziende di rango come ILVA, FINCANTIERI, ANSALDO, Genova resta lo specchio di un paese e delle sue distonie industriali,  un paese da anni considerato privo di una vera politica industriale.L'apparato produttivo nostrano non è ancora stato messo in grado di superare le sfide della modernità e la grande concorrenza che avanza da oriente.

Ripensare al passato dell'industria di Genova, saperlo interpretare e indirizzare resta una delle grandi priorità per il bene della collettività italiana

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