Da Torino a Roma, ecco l'Italia che vuole la TAV

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Di Paolo Alberto Valenti
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Decine di imprenditori si sono riuniti a Torino per rilanciare la linea veloce Torino Lione e con essa l'idea di un'Europa collegata al Mediterraneo, aperta a est e a ovest. Alcuni di loro saranno ricevuti a Palazzo Chigi

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Reagisce l'Italia che vuole ancora la Tav, la linea ad alta velocità Torino Lione. Dodici associazioni d'impresa, che rappresentano 13 milioni di lavoratori e oltre il 65% del Pil italiano, si sono riunite nelle ex Officine Grandi Opere a Torino (Stazione Susa).

L'incontro 'Infrastrutture per lo sviluppo' lancia un messaggio chiaro: sì alla Tav Torino-Lione, perché le infrastrutture sono un'idea di società, includono, sono un'idea di visione del Paese, centrale tra Europa e Mediterraneo, aperta a est e a ovest.

Una delegazione di imprenditori torinesi viene ricevuta il 5 dicembre dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Palazzo Chigi per discutere del tema.

Mentre proseguono i lavori di scavo della galleria maggiore che collegherà la Valle della Maurienne con la Val di Susa - sono già stati scavati 25 km totali fra il tunnel principale e le discenderie - al Ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, è stato chiesto di mostrare l'analisi costi-benefici sulla Tav. L'associazione dei consumatori ha presentato una istanza d'accesso urgente per ottenere copia della documentazione.

Intanto già da giorni anche il governo francese aveva chiesto a quello italiano di chiarire cosa si intende fare col progetto in corso d'opera

LO STATO GENERALE DEI LAVORI PER LA LINEA ALTA VELOCITA'

18 METRI AL GIORNO

Ha superato il 63% l’avanzamento dei lavori nel cantiere SMP4 di Saint-Martin-la-Porte, in Francia, dove è in corso lo scavo di un tunnel geognostico di 9 km nell’asse e al diametro della canna sud del tunnel di base del Moncenisio.

Federica, la fresa del diametro di 11,2 metri, procede regolarmente, a una velocità media di 18 metri al giorno e ha oltrepassato da poco 5.390 metri in direzione Italia. Al lavoro ci sono 400 persone, suddivise su tre turni e impegnate 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 nell’opera propedeutica alla Torino-Lione.

GLI SCAVI IN TRADIZIONALE

A Saint-Martin-la-Porte è in corso lo studio della sezione più delicata del massiccio alpino che accoglierà il tunnel di base di 57,5 km: una zona ricca di carbone, denominata “houiller”, dove la roccia ha una forte tendenza a richiudersi. Per questo motivo il cantiere prevede anche un tratto scavato con metodo tradizionale. Questa parte dei lavori ha superato una fase di condizioni eccezionali, ora procede regolarmente: dopo le instabilità del terreno registrate a settembre 2017, si prosegue con la realizzazione di un cunicolo di dimensioni ridotte. Le rocce attraversate sono scisti neri carboniosi, argillosi e piegati, e quindi di qualità mediocre. La stabilità del fronte è fragile, per cui si avanza con cautela.

Complessivamente si è così superato il 15% del totale degli scavi, pari a 25 km dei 162 previsti per la sezione transfrontaliera del nuovo collegamento ferroviario.

IN ITALIA

Tra le opere già ultimate c’è il cunicolo geognostico di Chiomonte di 7020 metri, in Val di Susa, e tre discenderie sul versante francese: la discenderia di La Praz di 2.480 metri, quella di Villarodin Bourget/Modane di 4.036 metri e la discenderia Saint-Martin-la-Porte di 2.329 metri. Questi lavori, terminata la fase geognostica, permettono l’accesso dei mezzi alla quota del tunnel di base del Moncenisio.

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