(ANSA) - ROMA, 16 NOV - 16 NOV - Non è, di per sé, contrario alla Costituzione il divieto, sanzionato dal codice penale, di aiuto al suicidio. Tuttavia, occorre considerare specifiche situazioni, "inimmaginabili all'epoca in cui la norma incriminatrice fu introdotta, ma portate sotto la sua sfera applicativa dagli sviluppi della scienza medica e tecnologia, spesso capaci di strappare alla morte pazienti in condizioni estremamente compromesse, ma non di restituire loro una sufficienza di funzioni vitali". Lo scrive la Consulta nelle motivazioni dell'ordinanza sul caso del suicidio assistito del Dj Fabo. A sollevare dubbi sull'articolo 580 del codice penale era stata la Corte d'assise di Milano, sostenendo che l'incriminazione delle condotte di aiuto al suicidio, non rafforzative del proposito della vittima, fosse in contrasto con principi costituzionali, dai quali discenderebbe la libertà della persona di scegliere quando e come porre termine alla propria vita. La Consulta non ha però condiviso questa tesi, nella sua assolutezza.
Dj Fabo: aggiornare norme aiuto suicidio
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Di ANSA
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