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Bari, da caporalato a 'Sfruttazero'

Bari, da caporalato a 'Sfruttazero'
Quinto anno progetto produzione salsa pomodoro in autogestione
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Di ANSA
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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(ANSA) - BARI, 16 AGO - "Salsa di pomodoro con lo 0% di sfruttamento". È il progetto Sfruttazero dell'associazione Solidaria di Bari, giunto al 5/o anno, per la produzione e vendita di salsa di pomodoro da coltivazioni agroecologiche. È in corso in questi giorni la raccolta dei pomodori. L'obiettivo è trasformare il pomodoro da simbolo dello sfruttamento del caporalato nelle campagne pugliesi in un'attività lavorativa collettiva e solidale. Sfruttazero nasce nel 2014 grazie all'associazione barese "Solidaria" e, dall'anno successivo, collabora con "Diritti al Sud" di Nardò.Migranti africani e italiani coltivano e raccolgono pomodori su un terreno alla periferia di Bari, ne fanno salsa e la vendono in mercatini, spacci popolari e piccole botteghe grazie alle reti nazionali "Fuorimercato" e "Genuino Clandestino". Ciascun lavoratore, regolarmente assunto, viene retribuito 7 euro netti l'ora per un massimo di 6-8 ore lavorative al giorno. Quando il progetto è cominciato, sono state vendute 600 bottiglie. Quest'anno saranno 25mila.

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