Il britannico del Team Sky, conquistando il Giro d'Italia, eguaglia due mostri sacri come Merckx e Hinault, mentre le buche della capitale la fanno da padrone nell'ultima tappa
Chris Froome ha messo in bacheca questa domenica l'unico trofeo dei tre grandi tour che gli mancava: quello del Giro d'Italia, conquistato grazie a una grandissima prova di forza nella penultima tappa. La passerella domenicale nella capitale, però, è stata non tanto segnata dalla vittoria del brittanico, quanto dalla polemica per le ormai famose buche di Roma. La frazione è stata infatti neutralizzata a sette giri dal termine su richiesta dei corridori, perché giudicata pericolosa per la loro incolumità.
Intanto, a trionfare nell'ultima tappa è stato l'irlandese Sam Bennett, che ha beffato nella volata finale l'italiano Elia Viviani. Froome, dal canto suo, ha spento i sogni dell'olandese Tom Dumoulin, che sperava di bissare il successo del 2017. Il 33enne del Team Sky, ancora in attesa di processo e sentenza sul caso sulbutamolo, entra di diritto nella storia del ciclismo, accanto ai miti Eddy Merckx e Bernard Hinault. Soltanto il belga e il francese erano risuciti prima di lui a vincere tre grandi corse a tappe consecutive: il Cannibale ci riuscì con Giro-Tour nel 1972 e Vuelta-Giro nel 1973, Hinault con Giro-Tour nel 1982 e Vuelta nel 1983. Froome li eguaglia con Tour-Vuelta nel 2017 e Giro nel 2018.