Trump punta il dito contro "l'animale Assad" e gli alleati Iran e Russia, con quest'ultima che rifiuta il dialogo in un'indagine "di parte"
La comunità internazionale si dice particolarmente preoccupata, dopo il presunto attacco chimico dell'esercito siriano a Douma, nella Ghouta orientale, che sabato ha fatto almeno 70 morti - tra cui molti bambini -, attribuito al governo di Assad.
"Dopo l’attacco chimico del 2013 a Ghouta, il Paese avrebbe dovuto smantellare tutte le strutture dove venivano custoditi stock di armi chimiche_”, fa notare Andy Oppenheimer, analista ed esperto di armi nucleare. “_Probabilmente Damasco possedeva il più grande deposito del mondo, dopo le principali superpotenze, ma ovviamente non l'ha dichiarato".
Emmanuel Macron e Donald Trump "hanno concordato che il regime siriano dev'essere chiamato a rispondere per i suoi continui abusi dei diritti umani", con il Presidente americano che ha puntato il dito contro Russia e Iran, secondo lui, responsabili per il sostegno "all'animale Assad".
"Quando si richiede un'indagine onesta e immediata, siamo tutti a favore", dichiara il Ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. "Ma quando quest'indagine viene inquadrata come la necessità di arrivare a un punto predeterminato - e questo punto è che 'è stato fatto da Assad con l'assistenza di Putin', le conversazioni serie non hanno più motivo di esistere".
Gli Stati Uniti e altri otto paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu hanno chiesto una riunione di emergenza, che dovrebbe tenersi questo lunedì, mentre la Russia vorrebbe un summit a parte, sulle minacce internazionali alla pace e alla sicurezza. Intanto la Casa Bianca ha fatto sapere di non escludere alcuna opzione, neanche un raid missilistico contro obiettivi del regime siriano.