Manovre militari congiunte tra gli eserciti di Russia e Bielorussia, con la partecipazione di 12.700 soldati, nella zona di frontiera con Polonia e Lituania. Presentate come “puramente difensive”, le esercitazioni costituiscono senza dubbio una manifestazione di forza di Mosca, nel pieno di uno scacchiere – quello al confine tra Nato e Russia – da tempo attraversato da profonde tensioni.
“Dobbiamo riflettere sulla presenza militare russa ai nostri confini, sulla sua presenza in Siria e più in generale nella zona meridionale… La Russia sta divenendo una minaccia convenzionale”, sostiene il ministro lituano della Difesa.
Agli allarmi lituani risponde la Bielorussia, con toni concilianti. “Rispetto alla questione delle zone necessarie per le esercitazioni, si è scelto di utilizzare aree lontano dai confini per evitare problemi con l’Ucraina, la Polonia, la Lituania e la Lettonia”.
Nonostante le rassicurazioni, paesi baltici e Polonia riaffermano il timore di minacce da parte della Russia, soprattutto dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca, nel 2014 e la guerra civile nell’Est dell’Ucraina.