L'ONU attacca il governo turco: "Diritti umani violati nel sud-est curdo"

L'ONU attacca il governo turco: "Diritti umani violati nel sud-est curdo"
Di Diego Giuliani

Assassinii e distruzione nel sud-est: “Gravi violazioni dei diritti umani” Assassinii, uso eccessivo della forza e distruzione di abitazioni e interi quartieri con l’artiglieria…

Assassinii e distruzione nel sud-est: “Gravi violazioni dei diritti umani”

Assassinii, uso eccessivo della forza e distruzione di abitazioni e interi quartieri con l’artiglieria pesante. Nel suo primo “Rapporto sulla situazione dei diritti umani nel sud-est della Turchia”, l’ONU accusa Ankara di aver commesso gravi violazioni ai danni soprattutto delle popolazioni curde.

Qui il rapporto integrale dell’Alto Commissariato ONU per i diritti umani

“Ankara ci impedisce l’accesso alle regioni interessate. Le immagini satellitari sono allarmanti”

Nel suo esame, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani si è avvalso di testimonianze dirette, interviste delle vittime e immagini satellitari da cui si è detto “particolarmente allarmato”. “Sembra che neanche una sola persona sia stata arrestata o perseguita per queste violazioni – ha detto il portavoce, Rupert Colville -. Il governo turco si è rifiutato a più riprese di permetterci l’accesso alle zone in questione. Eppure ha contestato la veridicità delle serie accuse che emergono dal nostro rapporto”.


Un estratto dell’intervento con cui l’Alto Commissariato ONU per i diritti umani, Zeid Ra’ad Al Hussein, ha espresso allarme per la situazione in Turchia. “Le mie preoccupazioni per le popolazioni che vivono nel sudest turco restano vive – si legge tra l’altro – abbiamo ricevuto serie e ripetute accuse di perduranti violazioni del diritto internazionali e dei diritti umani, che includono morte di civili, uccisioni extra-giudiziali e deportazioni di massa”

Qui il comunicato integrale diffuso dall’Alto Commissariato ONU per i diritti umani

“Di mia sorella mi hanno restituito tre brandelli di carne”

Tra luglio 2015 e dicembre 2106, il periodo in esame, le operazioni militari nel sud-est della Turchia avrebbero coinvolto una trentina di località e portato alla morte di circa 2.000 persone. Tra le 1.200 vittime civili, un numero non precisato avrebbe partecipato ad azioni non violente contro il governo.

Tra le testimonianze più scioccanti citate dal rapporto quella di un residente della città di Cizre, che in seguito alla morte della sorella nelle operazioni militari era stato invitato a recuperarne la salma negli uffici della Procura locale. L’uomo, che situa l’accaduto nel febbraio dello scorso anno, ha raccontato di esservisi recato e di essersi visto semplicemente consegnare “tre brandelli di carne”, senza ricevere alcuna spiegazione sulle cause e le circostanze della morte.

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